Bibliografia Vichiana I

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B. GALIANI - MASSA - VALERIANI

rna può bene identificare «B. Galliano » nell’esule napoletano Bruno Galiani, il quale divenuto nel 1805 insegnante di lettere e bibliotecario nel Collegio nazionale (già Ghislieri) di Pavia, che in quell’ anno Napoleone aveva trasformato nella Scuola militare, rientra nella storia letteraria sia pel poi non attuato proposito, manifestato nell’anno anzidetto, di dare alla luce, sotto gli auspici del Ministero della Guerra del Regno italico, una collana di opere classiche militari greche, latine e italiane, sia per avere pubblicato nel 1807 un opuscolo sull’eloquenza militare e segnatamente lo scritto Della virtù militare e delle sue vicende presso le antiche e moderne nazioni (Milano, stamperia del Giornale italiano ), erroneamente attribuito al Lomonaco e ristampato tra le opere di quest’ultimo. A costoro sono da aggiungere Flaminio Massa, il già ricordato editore e biografo del Pagano (v. sopra p. 340), e se, come tutto fa supporre, furono anch’essi esuli napoletani, altri due innominati : il curatore della prima ristampa (1801) dell’ultima Scienza nuova (v. sopra pp. 53-54), e colui che nel 1805 dava fuori a Milano, presso la ditta Pirotta e Maspero, una ristampa del rarissimo libro di Ottavio Sammarco barone di Rocca d’Evandro e Camino, Della mutatione de’’ regni, pubblicato primamente in Napoli, per Lazaro Scorrigio, nel 1628. Vero è altresì che codesto secondo innominato potrebbe anche essere il direttore medesimo della collezione di scrittori politici, nella quale codesta ristampa apparve quale secondo volume, ossia il già mentovato Luigi Matteo Valeriani (v. sopra p. 348). Comunque, alla ristampa precede (pp. xv-liv) un lungo studio, nel quale si discorre del Vico alle pagine x e segnatamente xxxiii e seguenti, ossia alla fine d’una succinta esposizione dei sistemi politici dei maggiori filosofi, da Platone all’autore della Scienza nuova: esposizione ispirata agli articoli del Cuoco, che non è da escludere fornisse appunti al compilatore, e che, a ogni modo, recensì il volume nel Giornale italiano del 3 giugno 1805 (Scritti vari, I, 254). Probabile, infine, che discorressero talora del Vico dalle cattedre rispettivamente di pratica civile e criminale e di arte teatrale, avute nel 1801 a Brera, altri due esuli napoletani : Giuseppe Raffaeli! da Catanzaro (1750-1826), autore della Nomotesia penale (Napoli, 1820-24, in cinque volumi), e il già mentovato Pietro Napoli-Signorelli (v. sopra pp. 313-14).