Bibliografia Vichiana I

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SALFI

che i vicendevoli rapporti giuridici tra gli Stati fossero con maggiore convincimento ritenuti non già norme arbitrarie dettate da uomini di governo e da filosofi, bensì, conforme voleva il Nostro, formazioni spontanee sorte rebus ipsis dictantibus, aveva tenuto a mostrare la necessità di desumere i principi del diritto internazionale dalle scienze dell’ uomo e della società ; le scienze appunto ch’egli aveva poste a base del suo insegnamento. Si può sorvolare su due accenni al Vico che s’incontrano nel Discorso sulla storia dei greci (Parigi, Chanson, 1817, pp. 43 e 98). Né sono da consacrare molte parole a ciò che si dice del Nostro così neWÉloge de Filangieri (cfr. sopra p. 342), come nel Résumé de Vhistoire de la littérature italienne. Piuttosto va messo in rilievo che più volte, dopo che si stabilì in Francia e divenne collaboratore della Revue encyclopédique ou analyse raisonnée des productions les plus remarquables dans la littérature, les Sciences et les arts, alla quale fornì decine di articoli, il Salfi informò intorno a studi vichiani o, anche indipendentemente da questi, toccò del Nostro. Per esempio, a proposito dei Prìncipi della legislazione criminale e della riforma dei codici criminali di Filippo Foderà oltre che rammentare i nomi del Vico, del Giannone, del Genovese, dei Beccaria, del Filangieri, del Pagano e del Romagnosi a quegli stranieri, al dire dei quali gl’italiani non avrebbero acquistato celebrità nella scienza della legislazione ricorda che, « accordant un développement à la fois progressi! et périodique à la nature humaine», il Nostro aveva dedotto da ciò che « les formes sociales les plus naturelles soni celles qui se combinent le mieux avec 1’ état moral des hommes, avec leurs moeurs et leurs opinions », ecc. Tenere presente, per ultimo, una lettera del Salfi a Giambattista Niccolini (Parigi, 13 marzo 1830), nella quale raccomanda vivamente il Michelet, in procinto di recarsi in Italia : « l’amico diceva dal mio amico professor Cousin, il traduttore e commentatore della Scienza nuova » ; uomo, pertanto, che «ha assai meriti verso l’ltalia perché sia tenuto in pregio ed amato da’ buoni italiani ». E che di consimili lettere di presentazione del Michelet il Salfi ne scrivesse anche ad altri, e tra costoro ad Andrea de Angelis, allora dimorante in Napoli, appare da una missiva di quest’ultimo al medesimo Michelet.