Bibliografia Vichiana I

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Corsieri - « biblioteca italiana » - tedaldi-fores - ambrosoli

Nelle Avventure letterarie di un giorno o consigli di un galantuomo a vari scrittori (Milano, 1816), il milanese Pietro Borsieri (1788-1852), il noto compagno d’ergastolo di Silvio Pellico, lamentava che nella Biblioteca italiana dell’Acerbi non si fossero rievocati ancora il Vico e il Pagano. Quasi risposta a codesta censnra, l’anzidetta Biblioteca italiana (anno IV, 1819, tomo XIII, pp. 27-36) pubblicava anonima una recensione dei primi due volumi degli Opuscoli vichiani editi dal Villarosa (v. sopra pp. 135-38). In essa si osservava, tra 1’ altro, che nella Scienza nuova « assai lampi sfavillano di profondo sapere e di acuta filosofia», ma, d’altra parte, il Vico sarebbe stato « ottenebrato dalle sottigliezze scolastiche » e si sarebbe non di rado « smarrito fra i sogni de! platonicismo»; s’aggiungeva essere falsa l’asserzione che «tanto son sublimi gli argomenti da lui trattati che era mestieri coniare un nuovo frasario, e che la comune favella vien meno sotto il peso di quei concetti »; e si conchiudeva che, se gli altri piccoli scritti del Nostro, promessi dal Villarosa, e, tra questi, i versi, « saranno del tenore » di quelli già editi nei primi due volumi, «non dubitiamo d'asserire che le sue opere inedite avranno maggior numero di lettori che non le stampate ». Conclusione la quale richiama alla mente il giudizio che Francesco Saverio Esteban esprimeva a proposito dell’orazione in morte della Cimmino, paragonata con la Scienza nuova (v. sopra p. 217). L’influsso germanico, combinato con quello del Vico, si sente neH’annunzio dato dal Conciliatore nei numeri 70 e 78 (2 e 13 maggio 1819) del Prospetto generale della storia politica d !’ Europa nel medioevo di Giovanni Mtiller. Senza dire che al Nostro s’ accenna esplicitamente nel numero 102 del medesimo foglio (luglio 1819). Giusta 1’ esempio dato dal Foscolo nei Sepolcri (v. sopra p. 425) e, più d’ ottani’ anni prima del Foscolo, dal Vico stesso nell’epitalamio Giunone in danza (v. sopra p. 108), il cremonese Carlo Tedaldi-Fores (1793-1829), in un carme pubblicato nel 1823 a Milano Per le nozze del signor avvocato Pietro Robecchi , ecc., tentava d’ « impoeticare » alcune idee della Scienza nuova. Per ultimo il Vico esercitò un’efficacia notevole sugli studi di letteratura greca del comasco Francesco Ambrosoli (17971868), a cominciare dalle Considerazioni sul miracolo di Delfo