Bibliografia Vichiana I

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PEPE - DELFICO

à Vhistoire universelle del Michelet (v. più oltre, sezione quarta, capitolo primo, paragrafo I, numeri 3 e 4), il Pepe contrapponeva agli oltramontani il Vico, il quale non traeva dalla materia storica astrazioni metafisiche, ma « faceva servir la metafisica per mettere in piena luce moltissimi punti istorici sì di tutto il genere umano, come delia Grecia e di Roma ». Sul Pepe v. il recente saggio di Michele Romano, Un grande del Risorgimento : Gabriele Pepe (Modena, Società tipografica modenese, 1940). Sul suo odio contro la metafisica, Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono , li, 34. Per le sue lettere inedite al Troya messe a profitto nel testo, Biblioteca Nazionale di Napoli, Carteggio Troya , busta X.AA. 26, fascicolo 52, numero 1, e fascicolo 56, numero 19. La necrologia del Cuoco venne premessa altresì al cuochiano Progetto di decreto per Vordinamento della Pubblica Istruzione (Napoli, tipografia degli eredi Migliaccio, 1848). Sulla divisata traduzione del De uno , Romano, Ricerche su V. Cuoco citate, pp. 11-12 n. Per la mancata riedizione fiorentina del testo latino. Archivio di Stato di Firenze, Deliberazioni della Censurei, registro X, ottobre 1824-agosto 1825, numero interno 10479 : e Buon Governo , anno 1825, fascicolo 1290, numero interno 182. DelVlstoria civile del Giannone è da vedere segnatamente il capitolo V del settimo libro e l’introduzione del decimo. Circa le altre recensioni inserite dal Pepe ne\VAntologia v. n° 76 (apr. 1827), p. 88 ; n° 82 (ott. 4827), p. 71 ; n° 106 (ott. 1829), pp. 33 e 39 ; n° 117 (sett. 1830) p. 119; n° 121 (genn. 1831), pp. 70-71; n° 128 (ag. 1831), p. 97.

IV NELL’ ITALIA MERIDIONALE

1. M. Delfico. Già nelle Riflessioni sulla validità dei feudi (Napoli, 1790), il cui argomento viene trattato nuovamente nella Lettera a Sua Eccellenza il signor duca di Cantalupo, intendente dei reali Stati allodiali (iNapoli, 1795), Melchiorre Delfico da Teramo (1744-1835), quando si fa a sostenere, contro il Montesquieu, che, anziché difesa, il feudalismo è diminuzione del monarcato, attinge, chi ben rifletta, a una dottrina vichiana. Vero è altresì che in lui • il quale, ancora più degli altri scrittori politici napoletani della seconda metà del Settecento, era in tutto e per tutto uomo del « secolo dei lumi s già da allora ciò che è o potrebbe sembrare vichismo era contaminato, e in misura maggiore che non in quelli, con Tilluminismo di provenienza francese. Contaminato a un punto tale che nei Pensieri sulla storia e sull’incertezza ed inutilità della medesima, scritti sotto 1’ efficacia specialmente del Volney, e pubblicati primamente a Forlì nel 1806 e più