Bibliografia Vichiana I

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N. NICOLINI

riera eternamente de’ nomi di Aulisio, di Cirillo, di Gravina e deH’immenso Vico ». Ancora più ricolme di filosofia vichiana sono le tre parti, suddivise ciascuna in tre volami, della Procedura penale del Regno delle Due Sicilie (Napoli, Criscuolo, 1829-31). Basti dire che non c’ è quasi pagina in cui non si rimandi a questo o quel luogo del Nostro ; che, conforme l’esempio vichiano, è fatta parte assai larga alle etimologie storiche delle singole voci giuridiche ; che alle pagine 133-232 del primo volume è una Storia ideale esposta in un catalogo ragionato di voci giurisdizionali ; che il volume quarto (primo della seconda parte), tirato anche separatamente col titolo Istoria de’ principi per la instruzione delle prove ne’processi penali, è condotto, quanto a partizione periodica e a criteri informatori, sulle Tre spezie di giudizi (divini, eroici, umani) dell’ultima Scienza nuova (Opp., IV, capovv. 954-74), ecc. ecc. 11 che spiega perché Giovanni Carmignani, nel recensire i primi tre volumi, conchiudesse con l’osservare che il Nicolini, «devoto discepolo del Vico, ha mostrato come non sempre al finir d’un insigne maestro la gloria d’una cuoia è finita». Analogamente, poi, a quanto aveva fatto il Cuoco nel suo secondo periodo napoletano (v. sopra pp. 407-408), anche il Nicolini s’avvalse della sua duplice qualità d’insegnante universitario e di avvocato generale (poi primo presidente) presso la Suprema Corte di Giustizia per divulgare da questa e dalla cattedra dottrine vichiane : di che restano testimonianze gli avanzi superstiti dei suoi corsi universitari, e segnatamente quello dell’anno scolastico 1837-38, e 1’ ampia silloge di discorsi giudiziari e requisitorie intitolata Quistioni di diritto (Napoli, tipografia Salita Infrascata, n° 344, 1835-41, sei volumi in ottavo). Inoltre, tra i molti scritti minori, che rivelano tutti l’innamorato del Vico, è da dare particolare risalto al volumetto « Dell’analisi e della sintesi, saggio di studi etimologici » (Napoli, tipografia Dicesinia, 1842, di pagine 192 in ottavo, estratto dalla rivista Ore solitarie). E ciò, non tanto per le etimologie storiche di cui esso abbonda e per talune considerazioni che, sulla scorta del Liber metaphysicus, si fanno intorno all’antichissima lingua italica (vedere, per questa parte, la lettera del Micali citata sopra a p. 455), quanto perché l’autore insiste nel raccostare il Vico a Dante, non senza tentare d’interpretare le allegorie dantesche al lume della Scienza nuova, nel senso che Virgilio sarebbe simbolo della « sapienza poetica », Beatrice della « ragione umana tutta spiegata », e via enumerando. Sul Nicolini cfr. lo zibaldone giovanile del pronipote ex filio Fausto, Niccolo Nicolini e gli studi giuridici nella prima metà dal secolo decimonono (Napoli, Comitato per le onoranze a Carlo Fadda, 1907, 8° grande