Bibliografia Vichiana I

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CASSITTO - VENIIGNANO

A codesto volume s’ è attinto più volte nel corso del presente lavoro. Qui è il luogo d’aggiungere che tra i corrispondenti è anche Giovanni Antonio Cassitto da Bonito (17631822), uomo d’ingegno e di cultura, e autore altresì di molti scritti restati in gran parte inediti, ma assai disordinato non meno nella vita pratica che negli studi : tanto che, avendo avuto in dono da Nicola Vailetta i manoscritti vichiani trovati tra le carte del Ciacco (v. sopra p. 345), quando poi fu iteratamente officiato dal Villarosa a fargli tenere quei cimeli, dovè finire col confessare d’averli gettati chissà dove. Ricordava tuttavia le iscrizioni per cappuccini insigni così nella stesura originaria del Ciacco come nel magnifico rifacimento del Vico (v. sopra pp. 85-86), e la curiosa impressione suscitata in lui dal latino del frate, che « alquanto da lungi olebat hircum », paragonato con quello, sempre « d’oro », del filosofo. Sul Genoino, Ulloa, Pensées et souvenirs, I, 79; 11, 94-97, 184, 215-16, e, tra molti altri. Croce ne La Critica, XL (1942), pp. 219-28.—Sul Cosenza, Ulloa, 1,93-94, 269-70 ; 11, 211-12.—Su Salvatore Cirillo, Castaldi, Accademia ercolanense citata, pp. 121-23 ; Ulloa, 11, 375. Sul Taddei, Ulloa, 1, 314-20, 326, 370; 11, 286, 331; F. Nicolini, in Cuoco, Scritti vari, 11, 421-29. Sulla causa Ciappa-Polinini, B. Croce, Il tavolino dell’impiccato, in Aneddoti di varia letteratura, 111, 151-55. Del Cassitto sono da vedere due lettere al Villarosa (13 ottobre 1819 e senza data) nelle ora citate Lettere al Villarosa, pp. 88-89 e 95-96. Su lui e su una sua polemica col Jannelli relativa alle favole fedriane del cosiddetto codice Perottino, Villarosa, nelle Lettere ora citate, pp. 92-93 e nei Ritratti poetici, 1“ ediz.. 11, 73-80. 8. C. Della Valle. Studioso del Vico fu l’altro napoletano Cesare Della Valle marchese di Ventignano (1776-1860), che, con versatilità affatto partenopea, lasciò non dispregevoli tracce nella poesia lirica, nella tragedia, nella commedia, nella teoria della storiografia e nell’economia politica. Ispirati alla Scienza nuova sono già alcuni suoi Pensieri sulla scienza della storia, occasionati, naturalmente, dal libro del Jannelli (v. sopra pp. 466 sgg.) e pubblicati in Napoli nel 1820. Nel 1830 nella prefazione e nelle note alla sua tragedia La morte di Abele citava sovente il Vico,dicendo, tra l’altro,che, «seguendo le orme del nostro sapientissimo Vico », aveva voluto « insinuare nel dramma come le prime società sorgessero intorno a’ primi altari per via dei connubi, de’ sacrifici, delle sepolture », ecc. Nello stesso anno dava fuori in Napoli alcuni Saggi sulla scienza della storia, ossia sunto della « Scienza nuova » di Giambattista Vico :