Il Molise dalle origini ai nostri giorni
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problema dell’ età della terra e della specie umana : a determinare cioè l’estensione delle epoche geologiche nel tempo , ed a quanti secoli di anni solari risalga la comparsa del primigenio. La Chiesa Cattolica affermava, un tempo, che dal mitico Adamo a noi fossero trascorsi seimila anni solari. Questa affermazione non è sorretta nè dalla critica scientifica, nò dall’ archeologia. Se noi consideriamo da un lato che i fossili rappresentano faune e flore in successione sulla superficie terrestre con caratteri esteriori differenti, e consideriamo dall’altra che la civiltà ellenica e preromana attrassato di trenta secoli con la loro arte, nei loro monumenti, nello loro vestigia archeologiche presentano una fauna ed una flora non diversa o assai scarsamente dalla presente, il calcolo cattolico appare subito deficiente, sproporzionato ed inaccettabile. Cinquemila anni addietro I' Egitto era da secoli un paese civile, e vi imperava di già la quinta monarchia eoi suoi scenziati, i suoi artisti, la sua mirifica cultura. L’uomo è dunque assai più antico di sei millenni!. Tra le sue origini primo e misteriose e l’inizio dell’ età storica cognita, tra 1’ uomo allo stato bestiale di natura e l’uomo sociale di cinquemila anni fa, fra i Lestrigoni barbarissimi delle foreste vergini e i cittadini del secolo XX che vanno in aeroplano deve essere interceduto ben altro ed imperscrutabile lasso di tempo. Noi non abbiamo una vera e propria storia dei primi e selvaggi abitatori d’ltalia. Essa fu tentata da un nostro chiaro conterraneo, il marchese De Attellis (2), ed al Galanti che 1’ aveva avuta fra mano o letta parve mirabile e compiuto lavoro cosi per isforzo d’indagini come per acutezza di sintesi. Purtroppo, andò perduta, e non sopravvive di essa nulla, fuor che la memoria e 1’ elogio surriferito. Il territorio molisano, benché non sia stato esplorato nelle sue intime viscere mediante scavi sistemali, negli scavi occasionali e frammentari cui è andato soggetto ha tornato alla luce una discreta mèsse di arnesi neolitici (epoca azoica o quaternaria) ; mèsse la quale, se non può dirsi abbondante, è peraltro sufficiente ad attestare che il Molise ebbe abitatori umani dai tempi primordiali in cui 1’ uomo ciclopico (nel senso vichi ano) conviveva con le belve e contendeva ad esse il cibo. Chi visita il Museo preistorico ed etnografico di Roma, può ammirare le reliquie dissepoite nell’ agro molisano, essendovi rappresentati in diversa misura i tre circondar! della provincia: Campobasso da arnesi rinvenuti nell’agro proprio e dei comuni di lelsi, Molise, Petrella, Pietracatella. Riccia, S. Biase ; Isornia nel proprio e in quelli di Campochiaro, Guardiaregia, Pozzilli, S. Vincenzo a Volturno, Venafro; Larino parimente nel proprio agro oltre che dagli agri di Casacalenda, Civitacampomarano e Montorio. Il Museo antropologico della R. Università di Napoli accoglie una copiosa raccolta di utensili litici provenienti dall’agro di Riccia, non sappiamo nò quando nè da ehi collezionati. II Museo provinciale sannitico di Campobasso possiede, inoltre, oggetti