La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

164 PARTE SECONDA

che utili certo per l’analisi delle opere, sulla spontanea rivelazione dello spirito nei disegni di Leonardo, sul luminismo nella pittura di lui, sulla composizione organica, sulla vita drammatica e sul movimento delle figure che nasconde ogni calcolo matematico nella « Cena», sulla concentrazione formale della « Sant'Anna » che accentua l'energia e la potenza dinamica del pensiero. Il carattere monumentale non ha lo scopo di amplificazione schematica ma di accentuazione dei fattori salienti nella costruzione delle immagini. Îl contrapposto del « Battista » non è se non un’attuazione di movimento.

Ma egli interpreta il chiaroscuro di Leonardo come « bravura impressionistica » ; e nell” « Adorazione dei Magi», dopo il primo disorientamento derivato dalle grandi masse scure, s'accorge che pensiero, forma, azione divengono «lucidi e plastici ». A Leonardo contrappone Botticelli, perchè questi ritornava a ritmi tradizionali anteriori, mentre quegli si lanciava alla conquista di un regno nuovo fatto di forma e di espressione : opposizione che credo assolutamente infondata. L'interpretazione della « Gioconda » è fatta a traverso il Vasari, quindi è assai infelice : ivi « pittura e scultura si sposano in una unione definitiva e indissolubile ». Inoltre sembra che il Sirén confonda la vinciana contemplazione della natura con il suo abbandono all’esperienza. Nè, per intendere l’attività spirituale di Leonardo, tiene in conto abbastanza un passo del Trattato : « l'operazione è assai più degna della predetta contemplazione o scienza », il quale non gli avrebbe permesso una troppo materiale interpretazione di un altro passo : « L'ordinare è opera signorile, l’operare è atto servile »..

Molte alire particolari osservazioni critiche si leggono in altri libri e articoli recenti su Leonardo; molte altre si trovano negli stessi libri ora citati. Non vorrei che la brevità con cui ho

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