La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

192 PARTE SECONDA

pittura autentica a traverso le copie e le stampe. E poichè queste hanno riprodotto quasi fedelmente tutto, meno l’effetto di luce e d'ombra, che è proprio l’arte di Leonardo, consegue che nella « Cena » si è veduto tutto, meno l’arte di lui. Natu-. ralmente, dato il cattivo stato di conservazione del dipinto, è pur necessario ricorrere a elementi esterni per ricostruire idealmente la creazione del pittore. Ma poichè, se sono dovuti a personalità differenti producono una sovrapposizione di personalità perfettamente arbitraria, questi elementi esterni non possono essere se non le opere stesse di Leonardo ; cioè : per tutto quel che riguarda la composizione il movimento il dramma, occorre riferirsi all’ « Adorazione dei Magi»; per l’effetto di luce e per l'esecuzione, alla « Vergine delle rocce». Non aver inteso questa necessità è stata la causa di tutti gli equivoci, sia di svalutazione sia di ipervalutazione, relativi alla (( Cena o».

Composizione. — È stato notato che la tavola è piccola per contenere tredici commensali : non tutti vi troverebbero il posto. Motivo irrazionale, ch'è stato interpretato attribuendo a Leonardo un intento di compattezza plastica della scena, e di monumentalità. Se ciò fosse vero per la « Cena », dovrebbe esser vero anche per |’ « Adorazione dei Magi», dove appunto in uno spazio ristretto sono affollate numerosissime immagini, senza che per questo vi sia stato rintracciato l'intento plastico e monumentale. Appunto perchè | « Adorazione » e stata veduta direttamente, e la « Cena » a traverso le copie, le quali, abolendo l’effetto di luce, hanno precisato: con false linee o con falso rilievo il « non finito » pittorico di Leonardo, hanno rivelato i limiti geometrici dei gruppi, immersi nell'ombra, attuando lo scheletro, anzichè la came e il sangue, della creazione originale. Non dunque di gruppi geometrici si tratta. Come nell’ « Adorazione »