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t narodom vladati, njihova družina, mjesto da bijim u tom nastojanju pomogla, sveza im ruke da ni oni nemogu više o tom djelovati. Nadamo so u narodnu svijest, da ce znati osinfniti taj nevoljni položaj, koji je posljedica grešinama Narodnoga Lista , te tako i još gore posljedice uklonili.
11 Nazionale lm comincialo già a Jar agitazione in vista alle nuove elezioni pel fieichsralli, che probabilmente non avranno luogo prima dell’autunno. Come si vede, i signori sono entrati per tempo in' campagna, forse per prendere anche iti questa quistione il tratto avanti, come ebbero la fortuna di poterlo prendere in tante altre. Però il Nazionale è nel suo pieno diritto, ■e non c’ è quindi che dire. Ei, che quando vuole conosce le condizioni del paese e le tendenze del partito per cui pretende scrivere, ripudia 1’ opposizione passiva, e fa bene. Dice poi di averla sempre ripudiata ; e qui si dimentica per certo di una circostanza, che, se ci permette tanta confidenza, noi gliela •sussulteremo all’ orecchio, onde nessun altro ci senta. E cosa era se non opposizione passiva quella che all’ultima ora si consigliava ai deputali dalmati a Vienna, quando si voleva che essi uscissero dal Reichsrath, nel caso ne fossero escili i Polacchi? E l’agitazione che venne suscitata in provincia, quando i deputati a Vienna non vollero adattarsi ad un genere di condotta, che è adesso ripudiata dal Nazionale , che significalo aveva dessa? Però il Nazionale faccia pur mostra di non averci inteso, eh è già noi su questi piccoli nei della sua coerenza, politica siamo disposti a passar sopra, quando ce ne sono dei ben più grossi da rilevare. Se non che una cosa alla volta, e ci sarà tempo per tutte. Ora ritorniamo all’ agitazione pelle nuove elezioni. Con qual programma politico il Nazionale si presenterà agli elettori? Quale sarà jl grido m h u l niig,L-rfr~rm urna? diera che farà sventolare ai loro occhi? Noi glielo domandiamo, perchè, quantunque abbia già cominciato ad agitare, di tutto ciò non disse ancora parola. Ed il Nazionale lo sa bene perchè altre volte ei lo proclamava altamente, ed era suo vanto il metterlo in pratica il popolo non deve essere nè illuso, nò ingannalo : ei deve sapere tutto quanto si vuole da lui, tutto quanto si intende fare in suo nome, Quale è, adunque, la linea di condotta che il Nazionale stabilirà ai suoi candidati, quale il programma politico con cui li raccomanderà agli elettori, quale la politica, a cui, secondo lui, essi a Vienna si dovranno informare? Orsù lo dica, ma lo dica chiaro, nello, preciso, senza reticenze e senza ambagi, e sopratutto risparmiando i paroloni sonori, che il più delle volte non significano nulla. E perchè non abbia a tormentarlo il dubbio su ciò che diremo noi, eccogli quanto noi diciamo adesso, e quanto diremo al popolo al momento che si porterà all’urne. Ci ascolti, e giudichi se si può essere più chiari : Gli Slavi della Dalmazia , meno di nessun altro paese della Cisleithania , sotto in stillazione di dedicarsi alla grande politica ; essi hanno troppo buon senso a comprendere , di quanto interesse sia per loro il non mettersi in aperta opposizione col Governo di Vienna ; e perciò appunto che sono guidati da mi ideu 7 ed hanno un avvenire dinanzi agli occhi, sono persuasi , che la strada piu diretta per arrivare ni loro scopo , è quella appunto di fare la piccola politica, e di rilevare prima di tallo moralmente e materialmeni e il paese, che hanno trovato in condizioni tanto infelici. Gli esperimenti pratici di questi ultimi due anniU hanno rassicurali in questo modo di vedere, seppure avessero avuto dei dubbi; ragion per cui nelle manifestazioni della loro vila politica, non hanno mai messo inciampi al regolare andamento della cosi dazione. Ed anche per V avvenire, senza rinunziare per questo al pia piccolo dei propri diritti , essi sono disposti di non mettere ostacoli al corso
regolare di quel Governo, che saprà rispellare i loro diriHi nazionali , favorir elo svilupp i della loro lingua, c cooperare d’accordo eoa essi al risorgimento della provincia. Ma che cosa dira agii elettori lai, il A azionale? Se volesse restar coerente a quanto scriveva pochi mesi, or sono, egli dovrebbe ripetere le nostre parole; ma allora come si giustifica l’agitazione contro il voto dei cinque e lo scandalo promosso in provincia? Essendoché poi è da prevedersi che ei preferirà rimaner coerente a questa sua recente evoluzione politica, così egli dovrà dire agli elettori: chi vi dice che la questione ili dirillo pubblico, /’ introduzione della lingua nazionale nel foro e nelle scuole , le riforme amministrative ed economiche sono i punii cardinali del vostro programma, e che tulio il resio , ora che parliamo e nelle circostanze in cui versiamo. è un fuor d'opera, è oggetto di lusso , che dobbiamo lasciare a- popoli, più fortunali di noi, i quali si sono assicurali le condizioni i ella loro nazionale esistenza, laddove noi tuttora lottiamo per essa e lotteremo ancora; chi vi dice che chi suda tutlogiorno a procurarsi il necessario per vivere, non ha tempo , nè agio , uè voglia a studiare il figurino delle mode ; che la vostra fantasia vi può tentare talvolta a darvi di questi gusti da gran signore, ma che a frenarli nulla tanto varrà quanto la fredda consi.eruzione della reale condizione in cui versa il nostro popolo , e dei reali bisogni d cui soddisfacimento esso reclama; chi vi dice lutto ciò, elettori, vi inganna, e se ve 10 disse prima, v’ingannava parimeli! i ; gli Slavi della Dalmazia sono nazionalmente forti, materialmente in condizioni floridissime, ricchi ed agiati, essi possono e devono darsi lo spasso di far la grande politica, e lasciar la piccola a quegli altri Slavi miseri e poveri, che nel loro politico comportamento anzitutto badano ai loro interessi particolari, come sarebbero i Cebi, i Polacchi, gli Sloveni, i Croati. I deputati a Vienna dei Croati e Serbi della Dalmazia devono niellerò in simula ijuca. gli interessi morali c materiali nel paese, ' e sacrificarli a'd una Idea, per cui, ò vero, gli Sloveni non hanno voluto sacrificare nemmeno un tronco di strada ferrata, nè i Cebi le testardaggini della loro aristocrazia, ma per cui i Dalmati dovranno, novelli Garzi delia solidarietà slava, gettarsi nella voragine, ogniqualvolta se ne presenterà l’occasione. Ma se il Nazionale deve dire tutto ciò agli Slavi della Dalmazia, lo dica loro chiaro e netto ; giacché altrimenti o l’ingannava alir’ieri, quando promosse tutta quella agitazione che sappiamo, o l’inganna adesso. E il Nazionale lo sa bene, che noi, i quali abbiamo tante volle fatto giusto rimprovero ai nostri avversari di ingannare il popolo, siamo in dovére di non dar adito nemmeno al sospetto di seguirne 1’ esempio. Dunque, 11 Nazionale parli, ma parli chiaro come abbiamo parlato noi; e noi intanto staremo ad ascoltarlo. È doloroso assai, e bisogna stringere il cuore coi denti per poter dire: la asserisci il falso ad un giornale a cui un tempo avevi dato il nome, consecrato la penna e sacrificata la libertà. Ma qual altra più mite risposta si merita il Nazionale ? Egli ha in uno de’suoi ultimi numeri commentato il manifesto, che i cinque deputati al consiglio dell’ Impero rivolsero ai loro elei lori. Il manifesto dopo aver constatato che sono tre anni da che i cinque siedono al lìeichsralh , „ Incorando pel popolo d'accordo cogli altri deputali del paese accenna come in questi ultimi giorni sorgessero alcuni fra i deputali a „minare l'opera comune Enumera quindi tutte le prove attraverso alle quali ebbe a passare il paese dal 1861 al 1870, fino al momento, cioè, in cui i nazionali ebbero la maggioranza, ed i cinque furono mandati a Vienna. Quindi accenna ai vantaggi che risentì il paese dal 1870 al 1873, e conchiude „tulio ciò fu possibile perchè tutti concordi i deputali nazionali offe/ sero al governo l'occasione di avvicinarsi al pallilo nazionale Con ciò si chiude la prima parte del ma-
nifesto. Or bene; ecco invece, come il Nazionale riassume questa prima parie: essa “contiene ]’ enumerazione dei benefizi arrecati al paese dal contegno dei cinque in generale, nei tre anni di loro attività a Vienna, e dal voto per la riforma elettorale in particolare.,, Perchè il Nazionale aveva bisogno di insinuare che i cinque attribuivano a sè (filanto dal 1870 al 73 successe in provincia e di fondare su questa insinuazione tre colonne di commento, quando invece i cinque lo attribuivo!«) al lavoro concorde di lutti i deputati nazionali? Se al Nazionale non sta bene di rilevare col manifesto , die non sono i cinque che voltarono le spalle a quella politica che fu sempre professata dal partito nazionale, dacché venne in maggioranza, e che fu dal Nazionale stesso lino a ieri strenuamente difesa, ma che le voltarono bruscamente le spalle Ini ed i protestanti che strascinò dietro, almeno dovrebbe guardarsi dall’usare verso i suoi nuovi avversari delle armi che non usava nemmeno verso la comune nemica, la consorteria dalmata? Sì, il Nazionale die sapeva esser giusto verso la consorteria dalmata, perchè era 1’ amore ad un principio, ad un idea che gli guidava la penna, non lo sa essere adesso verso i cinque deputati a Vienna, che erano gente di sua elezione! Che cosa gli guida la penna adesso? Egli non sa essere giusto verso vecchi amici, la cui colpa non consisterebbe in altro che nell aver, secondo lui, sacrificato le loro convinzioni agli interessi del paese e del partilo o, sia pure, a ciò che supponevano fosse l'interesse del paese e del partito. Ma altrove individui che sacrificano le proprie convinzioni al bene della patria od anche al supposto bene della patria, si rispettano, se anche non si approva la loro condotta; e voi invece, voi f avete coperti di insulti e di improperi. I Cebi non hanno scritto di Sabina, della spia, quanto voi avete scritto dei cinque. Che più? L’organo della consorteria in dieci anni di polemica indecorosa non ha detto del partito nazionale nè di qual si sia de’ suoi membri, quanto voi avete detto dei cinque- in un "solò paio (T articoli crt in un inqualificabile dialogo del vostro Narodni Lisi. Voi sarete grandi, ma il vostro contegno è meschino e alto a disaffezionarvi ogni animo gentile. In quel modo non si combatte, vivadio, per un principio, ma in quel modo al più si lotta per conquistarsi a buon mercato un aureola, o per istringer una chiesuola, che minaccia rovina. Assai poco elevato sarebbe lo scopo; in ogni caso assai poco nobili i mezzi!
Ustati proti listu, koji danas maže i miluje, koga je jučer nazvao izdajicom i crnim obrazom, a psuje, opada i kleveće komu je tu skoro hvale pjevao; proti listu, koji se upuštao u neslane šurke i lakardije; ustati proti takovu listu, ne stoji ozbiljnoga truda. Ali stati prebirati lukave himbe, sakrivene pod dičnim narodnim imenom, to je i jadno i žalosno po svakoga rodoljuba, koji je bio vikao u Narodnom Listu susretati odgojitelje i oplemenitelje narodne ćudi. Ovo ima nešto mjesec dana, da se taj list kao bijesan stao koprcati, bez obzira kamo će zahvatiti, kuda li hitnuti što mu dodje pod ruku. Naumio, na primjer, da svojim negdašnjim prijateljima vadi oči, zgrabi trklju, pa udri maši, ako bi i narod zaslijepio, ako bi i sebe opatrnuo, samo da inu mira nema, samo da ga neko pomisli junakom. TJ svom broju 2G na 29 ožujka stao se srditi ili jadati na još nerogjena Zemljaka, te mu se činilo, da bi ga narod na smrt osudio, samo ako mu on O ' dokaže da je u grijesima začet. Na tu svrhu navodi jedan brzojav i jedno pismo; iz brzojava ove riječi: “Mi (petorica u Beču) odlučismo uzeti na sebe odgovornost glasovanja (za ispravne izbore) i branit “ju pred narodom osobitim glasilom.,, Niti ove riječi u brzojavu ovako glase, niti su u brzojavu osamljene. Petorica je na 5 ožujka iz Beča na družinu u Zadru brzojavom najprije označila posljedice predvidive glasovanja za i proti ispravnim izborima, te onda ovako doslovno prosljedavala : “Mi “smo pripravni ( disposti ) primiti na se svu odgovornost (glasovanja za), podupirući ju u zemlji osobitim
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ZEMLJAK Zadar 23 Travnja 1873.
Br. 1