Bandiere ed emblemi veneziani

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un arsenalotto si arrampicasse, per toglierlo, sull’antenna stessa. Gran confusione , gran curiosità e relativo processo per scoprire i rei: veniva arrestato certo Moro, ex maestranza all’ Arsenale, uomo poco in odore di santità presso la Polizia. Da quel tempo le corde furono sostituite con catene e queste fissate alle estremità con un lucchetto. Il Moro, quantunque negasse di avere commesso il fatto imputatogli, e malgrado la mancanza di testimoni, veniva condannato a cinque anni di carcere duro. Ma venne finalmente il 1806 e di stendardi stranieri sulle antenne di san Marco non si parlò più. La Gazzetta di Venezia dei 3 e dei 4 ottobre di quell’ anno i due ultimi numeri comparsi con 1’ aquila bicipite sulla testata e la Gazzetta stessa dei 5 ottobre, in seguito all' annessione di Venezia all’ Italia, pubblicava una specie di circolare della Congregazione Municipale, la quale raccomandava ai cittadini la calma dignitosa, avvertendo che, per la unanimità , e la grandezza della deliberata dimostrazione patriottica, il segnale da cui questa doveva istantaneamente cominciare sarebbe stato l’innalzamento del vessillo tricolore sulle antenne della Piazza e sul civico Palazzo. L 1 entusiasmo dei veneziani non ebbe allora più limite e giunse alle sue massime manifestazioni quando in piazza san Marco, Re Vittorio Emanuele nel mattino degli 11 novembre decorava come ricorda la Gazzetta - la Bandiera del Municipio della medaglia d oro al valor militare, volendo in tal guisa rendere omaggio ed