Bibliografia Vichiana I

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MEI - ARRIGHI

della natura eterna dei feudi. Dell’ autore (1716-90) basterà avere ricordato che, sebbene fiorentino, non tardò a stabilirsi a Padova, ove fu pubblico revisore di libri ; che (salvo il caso d’un’omonimia) quel soggiorno patavino dovè pure avere una interruzione, dal momento che il 7 luglio 1748 veniva inviata a monsignor Celestino Galiani da Benevento una lettera inedita sottoscritta appunto da un Cosimo Mei, che vi si qualifica «consultore» del cardinale Francesco Landi (1683-1757), ordinario di quell’ archidiocesi ; e che di esso Mei i biografi mentovano una De amore sui dissertatio (Padova, 1741), una traduzione italiana del Musaeum mazuchellianum (Venezia, 1761-73) e certi Sermoni indirizzati a S. E. Alvise Valaresso (Bergamo, 1783), non anche l’anzidetto opuscolo antivichiano. Tuttavia la Biblioteca Universitaria di Padova ne serba un esemplare col titolo : « In lohannis Baptistae Vici de feudorum origine opinionem, disquisitio Cosmae Meji, militaris ordinis SS. Mauritii et Lazari equitis commendatarii, ad virum celeberrimum Antonium Franciscum Corium (Patavii, MDCCLIV, ex typographia Conzatti, superiorum permissu »). Precede una lettera diretta all’ autore da colui che curò l’edizione, ossia dal còrso Anton Maria Arrighi (1689-1753), insegnante di materie giuridiche nell’ Università padovana, e che, mentre è sicuramente colui che il Goldoni, che lo ebbe esaminatore, dipinge noiosissimo pedante, è anche, molto probabilmente uno di coloro che, secondo la testimonianza di Nicola Concina (v. sopra p. 227), avevano strepitato contro le ipotesi vichiane sulla genesi delle XII Tavole. A ogni modo, l’Arrighi avverte che la dissertazione si sarebbe dovuta inserire in una raccolta di opuscoli giuridici che, in grossi volumi, andava preparando in Firenze 1’ anzidetto Cori (16911757) fedele, sembra, alla tradizione antivichiana inaugurata tra gli eruditi fiorentini dal Lami (v. sopra pp. 245-48) ; ma che egli, Arrighi, avendo avuto una copia manoscritta della dissertazione stessa, avendone ammirata 1’ erudizione storicogiuridica, avendola sottoposta al giudizio di dotti uomini, tra cui anche coloro « qui Vicum magnifaciunt » (allusione all’anzidetto Concina, allora ancora vivo e ancora insegnante a Padova ?), e avendoli trovati concordi nel ripudiare 1’ opinione vichiana e aderire a quella tradizionale, s’era risoluto, senza attendere l’ancora lontana pubblicazione della silloge del Cori,