Bibliografia Vichiana I
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BOTURINI-BERNARDINI - HUME
América (Santander, 1932, estratto dal Boletin de la biblioteca Menéndez y Pelayo), p. 6, in nota. 3. D. Hume. vichiane sparse negli scritti del Blackwell, del Ferguson, dello Hume, del Wollaston, del Warburton, dello Hurd, del Monboddo, del Wood, del Blair, del Duff, del Mason, del Brown, del Lowt, del Warton e del Burke siano dovute al fatto che tutti costoro, sotto questo o quell’aspetto, erano animae naturaliter vicianae, oppure allo sviluppo graduale di concetti embrionali dello Shaftesbury, o infine a un’ indiretta e contaminata efficacia del Vico attraverso scrittori italiani e francesi ». Così il Fisch. E certamente, nei riguardi tanto degli scrittori ora mentovati quanto di qualche altro omesso dal Fisch (per esempio del Gibbon e del Reid e seguaci) chi scrive avrebbe pure voluto indicare nel singolo i ricorsi di idee vichiane o vicheggianti. Ma il più delle volte la cosa è stata resa non fattibile dall’impossibilità, nel momento attuale d’interrotto prestito interitaliano e ancora più internazionale, di procurarsi i libri occorrenti, o non posseduti dalle pubbliche biblioteche napoletane ovvero chiusi ancora in casse e quindi inaccessibili. A ogni modo, al Blackwell, e segnatamente al Warburton, s’è già accennato sopra (pp. 203 e 236-39) ; del Ferguson, del Gibbon, del Blair, del Brown, del Reid e seguaci, da un lato, e del Wood, dall’altro, si discorrerà rispettivamente nei paragrafi V e VI (n° 2) del secondo capitolo della presente sezione : resta qui, conforme impone la cronologia, a dire qualche parola intorno a Davide Hume (1711-76) o, per essere più esatti, intorno alla sua Naturai history of thè religion (Londra, 1755), di cui s’è avuta in questi ultimi anni una traduzione italiana di U. Forti (Bari, Laterza, 1928). « Eminentemente vichiana sotto un certo aspetto », quest’operuccia è stata definita dal Fisch. E chi ne percorra segnatamente il primo capitolo, consacrato a dimostrare che prima religione degli uomini fu il politeismo, s’avvede bene che anche lo Hume, come già il Vico considera la religione come un processo naturale, corrispondente agl’ inizi della vita umana, tutti passioni e immaginazione. Animale rozzo e bisognoso di ogni cosa—scrive, tra l’altro, il filosofo scozzese —l’uomo primitivo vedeva un prodigio in qualunque prodotto mostruoso suscitasse la sua curiosità, e da qualunque cosa gli riuscisse nuova era indotto a tremare, sacrificare e pregare. D’ altra parte, è