Bibliografia Vichiana I

340

PAGANO

medesimo gradino, quando affermava che «la filosofia civile si può sperare dai conterranei del Beccaria e del Romagnosi, e più ancora da quelli degli eleati, del Pagano e del Vico ». Solo forse, dei giureconsulti napoletani della prima metà dell’Ottocento, a discordare da quella che tra loro era communis opinio, fu Giovanni Manna. Si pensi che sin dal 1839, pure tra molti elogi tributati al Pagano (per altro, soprattutto quale penalista), egli fa battere l’accento sul fatto che l’autore dei Saggi politici « partecipava non poco delle idee e degli studi comuni » e amava troppo « le dottrine correnti degli stranieri » : ragione per cui « si avvicinò al Vico pieno di tali concetti, che gliene dovevano oscurare e non agevolare l’intelligenza », e innestò nella Scienza nuova « principi del tutto alieni », i quali, oltre che determinare una « incertezza di metodo » e una « promiscuità continua », lo fecero cascare altresì « in molte discordanze ». Sia come si voglia, oggi si ritiene dai più non solo che il Pagano, nelle sue pagine migliori, fu un mero ripetitore e divulgatore della Scienza nuova, alla quale attinse finanche nel farsi a spiegare taluni fenomeni psichici osservati durante il terremoto calabro-siculo del 1783 ; ma che, al pari del suo maestro Genovese e poi del Filangieri (v. sopra pp. 255 e 333-34), non intese punto i’antitellettualistico e antisensistico storicismo che pervade il capolavoro vichiano ; onde gli accadde di contaminare nel modo più curioso le dottrine del Nostro col sensismo imperante alla fine del secolo decimottavo, e persino, nel saggio Del gusto e delle belle arti, di fare cibare, biblicamente, alla stessa mangiatoia un leone quale è il Vico e una pecora quale è il Batteux. Dei Saggi politici la prima parte reca la data di Napoli, Gennaro Verriento, 1783, ma fu pubblicata effettivamente nel 1784; la seconda, quella di Napoli, Vincenzo Flauto, 1785 ; 1’ una e 1’ altra, insieme col Discorso sull’origine e la natura della poesia, furono riedite, con giunte e correzioni, in Napoli, presso Filippo Raimondi, negli anni 1791-92 in quattro volumetti ; una terza parte vide la luce postuma a Milano nel 1801, e forse con la collaborazione di Vincenzo Cuoco, a cura del profugo napoletano, nonché protobiografo del Pagano, Flaminio Massa (morto giovane nel 1805) ; di tutte s’ ebbe nel 1837 una ristampa di Capolago ; e di tutte s’è riavuta testé un’altra ristampa a cura e con introduzione di Francesco Collotti (Bologna, Licinio Cappelli, 1936, di pagine xxvi-420 in sedicesimo). Chi scrive ha presente 1’ edizione del 1791-92, nella quale i passi via via citati sono nel volume I, pp. 7-8, 29-34; 11, 13-18. Della Scelta miscellanea v. voi. I, pp. 347-48. - Delia