Bibliografia Vichiana I

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cuoco

furono pel Cuoco altresì atti ufficiali, lettere private e conversazioni orali. Naturalmente, poco si sa di queste ultime : a ogni modo, sin dal 1800 egli annoverava tra i suoi proseliti il Monti (v. appresso, paragrafo 11, numero 1), col quale poi, almeno per qualche tempo, si guastò ; poco dopo, il Foscolo e Giambattista Giusti (appresso, paragrafo 11, numeri 2 e 6); e, al più tardi nel 1804, l’allora diciannovenne Alessandro Manzoni (paragrafo 11, numero 3). Circa le lettere private, si può bene sorvolare sulle altre tutte : ma non si può non dire che due abbozzi, e il primo in due stesure ( Scritti vari, I, 30324), esistono di quella, assai importante, sulla filosofia del Vico diretta nel 1804 al francese Giuseppe Maria barone Degérando (1772-1842), autore della più oltre citata Histoire comparée des systèmes de philosophie, comparsa primamente a Parigi in quell’ anno, senza che il Nostro vi fosse neppure nominato : il quale silenzio appunto determinò l’epistola cuochiana, che, per tal modo, mirò allo stesso intento che, un secolo dopo, la dedica a Guglielmo Windelband premessa dal Croce alla sua Filosofia di Giambattista Vico. Per ultimo, quanto agli atti ufficiali, è da premettere che, dopo il suo ritorno a Napoli, il Cuoco fu componente quasi stabile delle più importanti commissioni nelle quali vennero preparate le grandi riforme legislative e amministrative di Giuseppe Buonaparte e di Gioacchino Murat. Gli capitò, pertanto, d’essere nel 1809 relatore d’una incaricata di presentare un Progetto di riforma della Pubblica Istruzione del Regno di Napoli ; e, respinto dal Consiglio di Stato quel Progetto del quale esiste integro 1’ amplissimo rapporto che lo precede, di scrivere nel 1811 un secondo rapporto di cui restano soltanto frammenti, contro un altro Progetto, compilato probabilmente da Matteo Angelo Caldi da Coperchia (1765-1821), anche lui nel passato esule politico a Milano. E così nel primo rapporto come nei frammenti del secondo ricorre frequente il ricordo del Vico ( Scritti vari, 11, 37, 43, 62, 63, 64, 137), al quale il Cuoco si richiama in modo particolare nel proporre, in conformità al principio della conversione del certo nel vero o della filologia nella filosofia, l’istituzione, presso l’Università di Napoli, d’una cattedra di Filologia universale : cattedra che, col mutato nome di « Scienza della storia », verrà fondata nel 1819 dal restaurato Ferdinando I di Borbone (v. più oltre paragrafo IV, numero 6).