Bibliografia Vichiana I

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GENOINO • COSENZA - CIRILLO - TADDEI - VECCHIONE

recensita nella Voce di Napoli del 15 settembre di quell’ànno (numero 16, p. 66). E può anche darsi che in quel tempo se ne pubblicasse una prima edizione, oggi introvabile. Certo è che vide o rivide la luce in Napoli nel 1824 per la stamperia delia Società Filomatica, in un volumetto in trentaduesimo di pagine x-100, più volte ristampato poi. Incerto, invece, se alluda proprio a essa un annunzio teatrale, serbato in foglio volante nella collectio del Croce, e da cui appare che il 26 ottobre 1854 si recitò al teatro Fiorentini di Napoli « Giambattista Vico, commedia originale italiana». Incerto, perché un’altra commedia o dramma sul medesimo argomento e dal medesimo titolo (ma che né il Croce né chi scrive sono riusciti a vedere) fu scritta, se è esatta qualche citazione che se ne incontra, dal barone Giancarlo Cosenza, tanto fiacco quanto prolifico drammaturgo napoletano, morto a ottantotto anni dopo il 1850. Senza dire che un’altra commedia ancora sul Vico fu data alle stampe dal ligure Domenico Buffa. Senonché le fatiche del Villarosa porsero incentivo non soltanto a lavori teatrali. Articoli su esse inseriva nel Giornale enciclopedico di Napoli del 1818 e anni seguenti Salvatore Cirillo da Boscoreale presso Napoli (1787-1858), grecista, archeologo, papirologo, nonché prefetto della Reai Biblioteca Borbonica. Simultaneamente della Lettera ed altri pezzi , ecc. pubblicati dal Giordano (v. sopra p. 54) e della Scienza nuova prima nell’ edizione del Callotti (v. sopra p. 40) il Giornale delle Bue Sicilie, rispettivamente nei numeri del 18 settembre e 13 novembre 1818, dava due annunzi anonimi, compilati quasi certamente dal suo direttore e principale redattore, ossia dall’ex scolopio Emmanuele Taddei da Barletta (1771-1839). Insomma all’ efficacia diretta o indiretta del benemerito marchese si deve tanto cjuel rifiorire d’ogni sorta di studi intorno al Vico, che circa quel tempo si riscontra in Napoli, quanto il bisogno, che vi si sentiva, fosse o no la cosa necessaria, di esaltarlo o quanto meno di citarlo e, con ciò, mostrare di conoscere, anche se non la si fosse sfogliata, la Scienza nuova. Per ricordare a quest’ultimo proposito un esempio solo, persino nelle Conclusioni del procuratore generale del re presso la suprema Corte di Giustizia nella causa capitale di don Dima Ciappa ed Anna Polinini pronunziate il dì 29 luglio 1818 (Napoli, A. Frani, 1818) una causa di cui si parlò nella città per lungo tempo quel procuratore generale, eh’ era