Bibliografia Vichiana II

539

JOUFFROY • QUINET - COUSIN

sviluppo non ha altro principio che le leggi assolate del suo pensiero »; laddove il secondo, materialisticamente, «considera l’uomo come schiavo della natura esterna, da cui gli vengono le sue idee e da cui procede ne’ vari siti il suo vario svolgimento». 3. Nel Bossuet, nel Vico e nello Herder è comune la tendenza a forzare i fatti per piegarli alle teorie rispettive. Per altro, codesto difetto appare più lieve nel primo e nel terzo, che conoscevano la storia soltanto all’ ingrosso : più grave nel Nostro, che, avendone una conoscenza più minuta, riceveva dai fatti fastidio maggiore. La lettera del Jouffroy al Michelet è stata pubblicata dal Donati, Nuovi studi , p. 493. L’articolo fu inserito primamente nel Globe del 17 maggio 1827 (v. sopra p. 494), poi nei Mélanges philosophiques (Paris, Ledrange, 1833 : seconda edizione, 1838), e, in una mediocre traduzione italiana di « Z. », tenuta presente da chi scrive, nelle Opinioni e giudizi sulle opere del Vico , pp. 133-38. Cfr. altresì Tronchon, Romantisme et préromantisme citato, p. 45. 2. E. Quinet. lncoraggiato, come s’è visto (p. 526), dal Cousin, sin dal 1827 il non ancora venticinquenne Edgar Quinet (1803-75) pubblicava a Parigi la sua traduzione francese della Philosophie de Vhistoire de Vhumanité dello Herder, premettendovi un’ « introduction », in cui non manca il parallelo, ormai di prammatica, tra quest’ultimo e il Vico. L’ « introduction » tradotta dal Sartorio peri 'lndicatore di Milano (fascicolo dell’ ottobre 1836) e riprodotta in codesta versione dal Parma, che assume posizione contro il Quinet (opera citata appresso, pp. 64-65 n e cfr. pp. 77-78 e 90, nota 1) fu ristampata poi nelle CEavres compiètes del Quinet (Parigi, 1873), 11, pp. 354-56. Per intanto, sin dal suo apparire essa porgeva occasione a un lungo articolo di Giuliano Ricci [Antologia, n.° 116, agosto 1830, pp. 1-36), nel quale il parallelo VicoHerder ricompare assai ampliato. Cfr. inoltre Chassin, E. Quinet, sa vie, son reuvre (Paris, 1859), p. 92; Henri Tronchon, Le jeune Edgar Quinet ou Vaventure d’un enthousiasle (Paris, Les Belles Lettres, 1937), pp. 12, 70, 267, 314, 357, 362, 365, 380, 384. 3. V. Cousin. Più volte eda parecchi s’è parlato di derivazioni di Victor Cousin (1792-1857) dal Vico. Per esempio, il Predar! trovava d’ispirazione vichiana la dottrina cousiniana del triplice regno dell’unità, della molteplicità e dell’equo rapporto dell’uno col molteplice (ch’è, invece, un esempio tipico dell’hegeliana sintesi degli opposti). Il Lerminier in Francia, il Poli a Milano, il Blanch e altri a Napoli facevano del Nostro l’antenato, anzi il fondatore dell’eclettismo moderno (o, meglio, di ciò che essi intendevano per eclettismo). Cesare Marini, lavorando, al suo solito, di fantasia, affermava un travasamento di mezza Scienza nuova nelle opere del filosofo