Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo IX. Rifessioni generali.

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rola, abbiamo cominciato a coglierne copiosissimi, e insoliti, con gli esercizi dati agii operai ; e sono ancora moltissime le mute di esercizi dati alle altre classi di persone. Quanto agli altri ministeri, non si potrebbe dire se con essi abbiamo riportato più frutto o meno che negli ultimi anni del secolo passato. Sicché in questa lotta, che la Compagnia di Gesù, ne’ luoghi di cui parliamo, sostenne con l’inferno per la salute delle anime, pare si possa dire con verità che, se non si è guadagnato terreno, almeno non se n’ è perduto. 2. E se ad alcuno sembrasse che le nostre fatiche non siano ora così feconde di frutti spirituali come nei tempi andati, anzi nemmeno come negli ultimi anni del secolo scorso, può essere eh’ egli pensi il vero. Ma non dovrebbe per questo darne colpa alla Compagnia, quasi fosse in lei spento o scemato 1’ antico valore, poiché bisogna considerare quanto ora è più restia all' opera nostra la materia in cui lavoriamo. Bisogna considerare che le condizioni religiose d’ Italia sono forse peggiori che in qualunque altro tempo dalla rivoluzione francese in qua. La massoneria trionfante e potentissima ha già fatto passi giganteschi nel suo cammino, ha compito gran parte dell’opera sua, ha indebolita in mille guise, e impedita l’opera salutare della Chiesa, le ha rapiti (mortalissima offesa!) i più teneri figliolini, ha favorito la propagazione dei pestiferi errori, da cui in questi ultimi anni furono ammorbate in modo spaventoso le nostre contrade : il socialismo, il modernismo, il liberalismo col suo fratello gemello, il falso patriottismo. Per tal modo si son guastate le scuole, dagli asili d’infanzia fino alle università, tutte le classi della società, dalle più rozze alle più colte. Per questo miriamo in moltissimi luoghi deserte le chiese, sprezzato il sacerdozio, aborrita la veste religiosa e (ciò che per 1’ Italia è pessimo segno, e forse funesto) assai scemato, in confronto dei tempi di Leone XIII, 1' amore al Sommo Pontefice, scemata 1’ übbidienza alla sua divina autorità, e in molti non solo scemato, ma svanito affatto il dolore (che altre volte i cattolici sentivano acutissimo) al veder calpestati i suoi diritti e impunite le atroci offese che a lui si fanno. E tutto questo è nulla, in paragone di quella eh’ è la più insanabile piaga inflitta dal demonio in questi ultimi anni alla Chiesa. Poiché egli entrò temerariamente nel santuario e infettò delle sue dottrine, ahi quanti ecclesiastici e religiosi! Di qui nacque,