Cubismo e futurismo : con 32 illustrazioni di Balla, Boccioni, Braque, Carrà, Cezanne, Picasso, Russolo, Severini, Soffici
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nella figurazione, a quella larghezza e universalità d’ espressione che sono il frutto di un felice accoppiamento di sensibilità e di volontà, che costituiscono insomma lo stile, e anzi s’ immiserisse nel transitorio, nell’ aneddotico e a volte anche nell’ assolutamente illustrativo. Gli è che non basta liberarsi dal tradizionalismo e riabilitare una facoltà negletta, se dell’ uno non ci s’ è prima assimilato la parte sana, e della facoltà contraria dell’ altra non s’ è appreso a giovarsi in quella misura che è pur necessaria. Nè il non aver capito questa verità — un po’ involuta forse, ma chiara per chi abbia riflettuto a fondo sui problemi dell’ arte fu il solo difetto della scuola impressionistica. Un altro e forse più grave, fu il suo modo di concepire l’ universo fisico. Jules Laforgue, già da me altra volta citato e che fra gli esegeti di quella scuola fu e resta ancora il più penetrante, ha nei suoi Mélanges posthumes un passo che riflette esattamente una tale concezione. «L’ impressionista — egli dice danque — vede e rende la natura qual’ è, vale a dire unicamente in vibrazioni colorate. Nè disegno, nè luce, nè modellatura, nè chiaroscuro.... tutto ciò si risolve in realtà in vibrazioni colorate e deve essere ottenuto sulla tela unicamente per via di vibrazioni colorate ». Certo, è naturale ed era anche legittimo che — persuasi in questo anche dalla scienza, — i pittori impressionisti, in rivolta contro la scuola ed il suo bitume, non vedessero nella natura se non uno spettacolo radiante e rutilante, costituito, se si può dire, d’ un brulichio tremulo e inafferrabile, e che per tradurlo ricorressero a quella loro maniera di dipingere tutta a tocchi e a sfarfallii di colori puri e vividi. Ma non è men vero che sviluppati fino ai limiti estremi, come lo furono appunto da Claude Monet, una tale visione e un tal sistema non potevano fare a meno, a forza di trascurar via via ogni altra qualità delle cose raffigurate per non renderne che la vibrazione luminosa, di condurre a una pittura