L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

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finestra a rosa della facciata di San Giovanni di Verdara («Tocchio della Chiesa») cadeva infranta; spezzata una colonna del palazzo del Podestà; molti e grossi projetti, di pietra e di ferro, giacevano sparsi a terra presso il Capitaniate. «In summa hanno trato più di io mila tote di attillane in Padoa nostri erano ala fin di balote di polvere, mancava le freze et non aveano farine». Sei 5 assedio si fosse prolungato altri tre giorni «nostri banano convenuto manzar fermento cotto » ( 1 ). Il 6 ottobre i Francesi, staccatisi dal grosso dell 5 esercito che si avanzava unito verso Vicenza giunsero a Rovolon, e attraversati i colli Euganei, proseguirono fino all’Adige. Avevan con se parte delle artiglierie piccole e miravano a congiungersi col Cardinale di Ferrara e impadronirsi di Legnago; ma il colpo falli. Rimase l’imperatore a Costozza parecchi giorni e cioè dal io al 16 ottobre « attratto scrive il Da Porto dall 5 amenità del luogo », Ma ben altri pensieri doveva aver per il capo; e si fermò in quel luogo, che afforzato dal fiume c dai colli si prestava alla difesa da improvvisi assalti, all’uopo di regolare in cosi difficili circostanze le marcie ed i trasporti. Infatti il convoglio delle artiglierie, partito da Vicenza il io « sopra carri assaissimi», era ancora fermo il 18 ottobre alle Tavernelle essendosi adunati a Montebello e Torre de le confine (Torre Bei vicino?) 7000 villani Vicentini e Veronesi minacciosi e pronti ad assalirlo. I Francesi e gli Spagnoli fecero scorta : ma i contadini del vorspann disertavano con le loro bestie: «li villani che conduseno Partellaria verso Verona se trafuga, basando li cari et menando via li bestiami et li francesi dicevano volerli lassar seminar, et poi volgano tornar a tajarli tutti a pezi et habitat* lo paese de altra gente; e che il suo Re a tempo novo vegnerìa in persona e non stana tanto atorno Padoa». Lo sgombero dei numerosissimi malati e feriti accresceva sempre più le difficoltà e la lentezza della marcia, a metà di ottobre « a Vicenza era più di 2000 amalati, feriti et brasati per li nostri di Padoa » ( a ). Il mercoledì 17 ottobre, lasciata Costozza, il Re dei Romani entrò in Vicenza, e la sera alloggiò in Altavilla dove eran ferme, come si è detto, le sue grosse artiglierie a causa della scarsezza di animali da tiro e la poca sicurezza della strada. In Vicenza eran rimasti 12 pezzi malissimo in ordine, tra i quali due inchiodati ed uno rotto « qual cercavano di reconzare». Giunse a Verona il 20; poi rifacendo a ritroso la strada tornò a Soave e vi rimase tre giorni, fino al 23. Retrocesse ancora fino alle Tavernelle sempre intento ad assicurare ed accelerare la marcia dei suoi car-

(1) Sanuto, IX. 235-236-237 (a) Sanuto, TX, 263.