La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

I. PREMESSE TEORICHE

Sin dal principio del Quattrocento alcuni artisti fiorentini considerarono l’arte come una « conoscenza », e furono quindi tratti a continuare la conoscenza individuale dell'artista in quella universale dello scienziato. Filippo Brunelleschi, Paolo Uccello, Leon Battista Alberti, e anche il non fiorentino Piero dei Franceschi, perseguirono tutti tale aspirazione, che oltrepassa i domini dell’arte, e in cui è probabilmente il carattere centrale dello spirito fiorentino nel Quattrocento. Ma più che tutti, contemporanei o predecessori, Leonardo da Vinci fu insofferente di ogni limite imposto dall'arte ai propri dominii, e cercò nella ragione quella certezza, quella solidità, quella precisione che gli negava la sua sempre rinnovantesi sensibilità di artista.

Di tutto ciò ch'egli attuò come artista volle fissare le leggi scientifiche. Per usare la prospettiva pittorica Leonardo creò una teoria della prospettiva, per costrurre un corpo umano si fondò una scienza anatomica, per colorire formulò una teoria delle ombre, per rappresentare una pianta conchiuse leggi botaniche dalle osservazioni empiriche; e così via, sempre più allontanandosi dal primo assunto, sino a distaccarsene comple-