La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

L'ARTE DI LEONARDO 179

come il chiaroscuro allo sfumato. Chiaroscuro, come ogni solido, ripugna al movimento : sfumato è moto continuo. Lo spirito arde ogni sua spoglia terrena per liberarsene, e la volatilizza.

È uno sforzo sovrumano per attuare i diritti dello spirito. E non senza: pericolo. L’interpretazione simbolica dello spirito è la morie dell’arte : sino a che è connaturato nella spoglia terrena, lo spirito si trasmette dal creatore all’osservatore coì modi dell’arte; ma appena se ne distacca, diventa l’ideologia pura, che non è arte. Leonardo evita senza sforzo il pericolo in cui troppi altri caddero. E lo scienziato sorregge l'artista. Troppo egli conosce tutte le realtà, dalla struttura del corpo umano a quella delle pietre, dalla fisica della luce e dell'ombra al movimento degli astri, perchè non trovi l'immediata apparenza fisica di ogni suo accento spirituale. Studiava attentamente tutte le apparenze della realtà, non per fondare assurde leggi di fisionomia, nè per rendere le proprie opere centoni di copie dal vero, come la leggenda o l'’insensibilità artistica hanno voluto far credere, ma sì per concretare la forma più adatta alla espressione della sua fantasia. E tanto più sottile era la ricerca quanto più sottili, tutte impregnate d’amore e d'intelligenza inscindibili, erano le sue fantasie. Proprio colui che per troppo tempo fu considerato campione del più materiale realismo, altro non era se non l'artista puro, che tanto più scendeva nella realtà quanto più si elevava nella fantasia.

E

Di fronte all’arte fiorentina del Quattrocento, cioè di fronte a’ suoi maestri, Leonardo assume il doppio atteggiamento di continuazione e di trasformazione.

Da quando Masaccio, ripresi gl’intenti plastici di Giotto, aveva attuato il rilievo in pittura, tutti i pittori fiorentini ave-