La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

L'ARTE DI LEGNARDO 187

tore a fuggire le folle. E qui c'è la folla. Perchè? I Greci e l’Alberti chiedevano una composizione consona all’arte loro, che era arte di rilievo; e perchè si abbia rilievo è necessaria la pausa ; è necessario che l’immagine rilevi individuata entro precisi limiti su un fondo piano. Alternate immagini e fondo, e voi avrete la rarefazione della scena. E ora pensate a un pittore che s'interessi non al rilievo ma al colore e alla luce. Pensate alle tele del Tintoretto e di Paolo Veronese : non c'è mai folla abbastanza. Sin dalla giovinezza Leonardo ha preso il suo partito nettamente. Opponendosi a tutta la tradizione della sua città, raccoglie in uno spazio ristretto una gran folla. A ventinove anni egli ha già detto la sua ultima parola. Perchè il centro della sua attenzione, non sono le singole figure, ma la atmosfera nebulosa che tutto collega, tutto unifica, e donde i chiari delle, immagini appaiono e scompaiono guizzanti, a guisa di fiamme.

È un'accensione simultanea di luci che corrisponde all’accensione simultanea dei moti dell'animo. La turba è giunta improvvisa al cospetto del Salvatore : chi venera prono e chi si commuove, chi si rattrappisce e chi si slancia, chi agita le braccia e chi si ripara dalla luce, chi si contorce e chi s1 raccoglie a riflettere; si aguzzano i nasi, s'affondano le occhiaie, st appuntano le vesti, s'arruffano i capelli; vibra ogni cosa attorno la Madonna che dalle tenebre appare come calmo chiaro fantasma. A mala pena si vede la composizione trasversa, che dà un principio d'ordine al tumulto, concretando lo spazio entro cui si agita la folla. La simultaneità delle impressioni ci rivela quell’eruzione morale che Leonardo ha creato nelle luci in moto. Nel furor giovanile de’ suoi ventinove anni egli ha già affermato il suo stile definitivo. Si è messo fuori della civiltà

della forma, per iniziame un’altra : la civiltà della luce.