La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
LA POSIZIONE STORICA 41
Basterà ricordare, di contro alla passione paesistica di Leonardo, un passo di Francisco de Hollanda ove è esplicitamente indicato il parere di Michelangelo : « Si dipinge in Fiandra veramente per ingannare la vista.... Questa pittura non è composta se non di nastri, di vecchie case, di verzura di campi, di ombre d’alberi, e ponti, e ruscelli, ch’essi chiamano paesaggi, e qualche figura qua e qualche figura là. E tutto ciò, anche se può piacere a certi occhi, è fatto realmente senza ragione nè arte, senza simmetria nè proporzioni, senza discernimento, nè scelta, nè sicurezza, insomma, senza sostanza e senza nervi » (1).
La ragione centrale di dissenso è la visione pittorica di Leonardo che si oppone alla visione plastica di Michelangelo, e si concreta nella proclamazione della superiorità della pittura sulla scultura, motivata sotto tanti, anzi troppi aspetti, da occupare quasi intera la prima parte del Trattato. Basterà scegliere due brani per intendere la portata del dibattito.
« Adoperandomi io non meno in iscultura che in pittura, e faciendo l’una e l’altra in un medesimo grado, mi pare con picola imputatione potere dare sententia, quale sia di maggiore ingiegnio e difficoltà e perfectione, l’una che l’altra. Prima la scoltura è sottoposta a cierti lumi, cioè di sopra, e la pittura porta per tutto con seco lume e ombra. E lume e ombra è la importantia adunque della scoltura ; lo scultore in questo caso è ajutato dalla natura del rilievo, ch’ella gienera per sè ; e "| pittore per accidentale arte lo fa ne’ lochi dove ragionevolmente lo farebbe la natura; lo scultore non si può diversificare nelle varie nature de’ colori delle COSE ;j la pittura non manca in parte alcuna; le prospettive delli scultori non paiono niente vere, quelle del pittore paiono a centinaja di miglia di là dal-
(1) Francisco pe Hottanpi, Quatre dialogues sur la peinture. Paris, 1911, p. 28.