La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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tra le varie potenze nell'ltalia interessate, e ad assicurare per tale mezzo l'importanza e l'ind (pendenza dello Stato ecclesiastico. Già dapprima il grandeggiare della Francia aveva svegliato i sospetti di Urbano, per la qual cosa aveva desiderato che gli Ugonotti resistessero più energicamente al governo francese. NelTunno 1 (125 Man o Antonio Morosini scriveva dalla Francia: « Egli (il nunzio) mi pregò di adoperarmi a. turbare la quiète di questo regno, dicendomi die non vi era altro mezzo per assicurarsi dei Francesi, perchè non facessero progressi in Italia, se non col mantenere loro questo stecco nei denti, e questa spina tra. i piedi » (Ih Risalite la Spagna e UÀ astri a a cosi formidabile potere. Urbano Vili risolvette umiliarle, ed a questo tine s'adoperò vivamente ; mutate nuovamente lo condizióni, impensieritosi della minacciosa potenza, cui pareva destinata la Francia, cercò d’acquietare- le cose d’ltalia e conseguir pace, prima che l'annientamento della Casa d’Absburgo rendesse troppo formidabile il trionfo di Luigi XIII. Ma il Papato non possedeva più il prestigio e T autorità necessaria, per dirigere e guidare la forza naturale delle cose. Il pontefice compiacendosi di giuncare col fuoco ardente, si era valso accortamente di tutto le occasioni, come di alleati, ai bisogni temporali del Papato per abbattere l'arroganza di Spagna e d'Austria ; ma non seppe al momento opportuno spegnerlo incendio, anzi trascinato dalla corrente, annientando t'asa d’Absburgo, preparò col trionfo della Francia la sua servitù. Son noti i tentativi del Richelieu d'impadronirsi a tradimento di Carlo Emanuele e del lìgliuol, suo, i quali per confidente lealtà si trattenevano a Rivoli; è nota ancora .1 bini versai e indignazione che destò l'infelice tentativo del Richelieu, tentativo che ebbe per effetto di restringere maggiormente i vincoli del duca di Savoia coi confederati. E son note parimenti le vicende dell’assedio di Pii lercio o la sua resa (2). Lo stesso pontefice c i suoi agenti rimasero sgradevolmente commossi dall'atto sleale del Cardinal di Richelieu. perchè ben immaginavano lo sdegno e rindignazion© di tutta. l’Europa. Fortunatamente il Cardinal Antonio, trovandosi a Torino, potè placare lo sdegno del duca di Savoia; ma Urbano Vili non sapeva qual contegno assumere davanti a Ferdinando ed a Filippo, i quali avevano tratto da questa occasione il pretesto d'indurlo a chiarirsi contro i Francesi. Alle protèste dell’imtperatore e del re di Spagna, Urbano Vili manifestò il desiderio di serbarsi padre comune, ma nello stesso tempo ordinò al Cardinal Antonio di trattare col Richelieu. Il Cardinal legato. che aveva già inviato il Rancirolo s'affrettò a recarsi a Pinorolo, dove il Richelieu tìngeva di prestare facile orecchio alle proposizioni di pace, nelle quali simulazioni era molto aiutato dal Mazzarino. ohe prometteva ai confederati di persuadere il Richelieu ad

(1) Dispaccio del 18 Aprile 1625. Vedi Domenico Cakutti, Storia della diplomazia della Cam di Savoia , voi. 9°, pag 258. (2) Vedi Ricotti, opera citata, voi. A, pag. 191-95. Lettera del 20 Aprile 1630 Francesco Barberini al Ballotta (Arch. seg. del Vat . Cifre di Germania , N. 120, Foglio 119, Doc. XXVII).