La Serbie
4£
— persecuzione,
RÉDACTION et ADMINISTRATION @, rue du XXXI Décembre - Genève Téléphone 14.05
Per l'accordo italo-jugoslavo.
Prix du Numéro :
10 Ceniimes
Paraissant tous les Samedis
La questione dell’Adriatico
cura della &Läbreria della Voce», di renzer nella collezione «La Givvime” Eu ropa», recentemente € uscito un pregevolissimo volume di 300 pagine su «La questione
dell'Adkriatico » di G. Maranelli e G. Salvemini, con prefazione di Umberto Zanotti-Bianco.
Sulla questione adriatica, sul problema della Regione Güiulia, sui rapporti italo-slavi, che & sempre lo stesso problema, studiato € prospeltato a seconda dei gusti individuali, di passioni politiche, di cognizioni o prevenzioni, soprattutto di prevenzioni, furono scritti tanti volumi da formare una biblioteca.
Pero, la maggior parte di simili pubblicazioni, di proposito o per defficenza di cognizioni, contribuirono ad arruffare anzichè chiarire il problema dell'Adriatico. E, seppure in Italia da tempo si sentisse l’urgente necessità di pubblicazioni che informassero e illuminassero, non solo l'opinione pubblica, nel senso più largo della parola, ma anche pubblicisti ed uomini
politici, che vanno per la maggiore, nessuno ha
saputo, voluto od osato assolvere questo difficile compito, perchè implicava studi sereni e virtà civiche, per affrontare l'ostilità dell'opinione pubblica educata e cullata nell'errore.
In Italia, non conoscevano, e le cose si saranno di poco migliorate, le nostre questioni. Gli studiosi di cose nostre -erano pochi, più letterati che uomini politici. Nel folto della mischia delle lotte nazionali, si vive, ardent, appassionate, spesso cruenti, mai serene, le preoccupazioni dei contendenti erano di dare colpi piu epessire più sodi, o di pararli, e di gridare forte alla reciproca sopraffazione, angheria o © per «cointeressare alla lotta gli spettatori di oltre confine. :
‘In Italia la questione nazionale era conosciuta, all'ingrosso, dal motto : « Trento e Trieste », e dalla divisa: « L'italiamità martire da Trieste a Cattaro ». Il grosso del pubblico
‘ italiano venne sérpreso dalla guerra con men-
talità piena di preconcetti, di errori e purtroppo ignara dello stato delle cose. La guerra pose la questione adriatica, più complessa, più difficile, più delicata che mai, sul tapeto, indissolubilm-nte legata alla questione nazionale “jugoslava, vale a dire, ad un grosso problema di politica europea, al quale ben pochi sono preparati, e dal modo in cui verrà risolto dipenderà la pace dell'Europa e l'avvenire d'Italia.
Non è più in discussionne il mal conosciuto problema che riguardava soltanto l'Italia e : suoi immediati vicini, gli slavi di Trieste, del Goriziano, d'Istria e di Dalmazia, bensi un problema che interessa e coinvolve la fortuna avvenire, in uguale misura, dell'Italia da una parte e degli jugoslavi dall’altra : dalle Alpi all'Egeo, dall' Adriatico al Danubio. Il problema s’amplia e si complica, e non va trattato nè con metodi, nè con mentalità da periodo elettorale, nè come una questione di priorità linguistica sulle tabelle delle-stazioni ferroviarie © in pretura urbana.
Ï ferravecchi dei diritti storici, à luoghi comuni delle pigrizie mentali, i gesti eroici da adolescenti devono cedere il posto a serene, reali ed eque valutazioni, a concetti superiori € a interessi ben vagliati e ben compresi. Îl momento è grave, le risoluzioni assennate che si prenderanno dovranno attestare la maturità dei due popoli che, nell'intesa sincera, cordiale e fraterna, dovranno inaugurare un era nuOva non solo per sè ma anche per l'Europa- L'accordo non è impossibile, nè dovrebbe essere difficile, tanto più che non visonointeressi materiali in giuoco, ma sentimentalità e suscettibilità da rassicurare, errori ed artificiosita da eliminare. L'Italia o cederà alle passioni e tentazioni imperialistiche, o agevolerà il parto doloroso di un popolo martoriato per averlo amico e all avanguardia, in difesa della propria e comune esistenza.
con questi concetti e sincera disposizione d'animo che abbiamo scorso le pagine de « La questione dell'Adriatico ».
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« La Voce », ancor prima della guerra, si
distingueva nello studio coscienz1o$0 dei pro1. : , . .
blemi che interessavano l'avvenire d'Italia. Scop-
iata la guerra, gli uomini, certo un'eletta séhiera di stüWiosi, chisroveggenti, con squisito spirito d’equità e senso di responsabilità, perseverarono nell'invidiabile tradizione, e, con civismo superiore, seppero mettersi in opposizione a piü popolari fini di guerra, opporne di meno popolari, ma nobili, equi e più consoni alle tradizioni del Risorgimento italiano. Parallela all'azione giornalistica fu l’azione della « Libreria della Voce » che diede lavori di alto pregio come « L'irredentismo adriatico » del mite e compianto Angelo Vivante; come il volume, modesto di molle, ma denso d'idee e di fatti, ma vibrante di fede pairia e d'equità nazionale, « La Dalmazia », del valente, direttore Giuseppe Prezzolini, e, infine, come « La questione dell’Adkiatico » di Maranelli e Salvemini, sempre minuti e coscienziosi indagatori storici e patrocinatori di cause sante.
« La questione dell’Adriatico » à libro che non 5i puô decentemente presentare al pubblico che scrivendone uno di eguale molle, nè di tanto ci sentiamo. EË non e nemmeno nostra intenzione di farne una recensione. Oggi abbiamo voluto soltanto, in affrettati cenni, dar espressione ai sentimenti che ci suscité la lettura di questo libro, e in appresso diremo il pensier nostro su ciô che potrebbe ostacolare o agevolare l’accordo nostro con la grande Nazione italiana. Frattanto sentiamo l'obbligo di esternare la sincera nostra riconoscenza, a nome di tutta la nostra Nazione, per lo spirito che su tutte le pagine aleggia e perchè 1 compilatori
| del libro si diedero fatica di studiarci senza
best
preconcetti per conoscerci bene, e perche risultati delle proprie indagini e il libero con-
vincimento che ne trassero, vollero portare a
conoscenza del pubblico italiano.
Il libro contiene inevitabili lacune e defficenze che noi accentueremo € vi si soffermeremo, non per passione polemica, bensi per amore di maggior luce, più completa conoscenza dell'éssere nostro, e per partecipare e invogliare alla discussione quanti sono compresi della necessità di gettare basi sane e percid durature al fraterno accordo italo-jugoslavo.
Il libro è un'ottima fonte d'informazioni per i digiuni e per i politici che da orecchianti trattano i rapporti italo-jugoslavi ; contiene un'analisi di tutti gli aspetti — notizie, dati e cifre — del problema jugoslavo e delle questioni a questo connesse; ma soprattutto contiene un programa, si mette sulla via maestra che conduce alla meta prefissasi e offre una base alla soluzione del problema che agita e preoccupa gli animi dei due popoli, cointeressati e conviventi sull’Adriatico.
Ë per questo pregio capitale del libro che noi deploriamo che — come avverte lo scrittore
della prefazione — « delle idee esposle intendono essere responsabili i due soli autori ». SPALATINO.
ns Réponse du président Poincaré aux souverains serbes à l’occasion du 1# duillet
At voi Pierre ler de Serbie:
Je suis très reconnaissant À Voire Mayesté: de son affectueux message et Je lui envoiel mes vœux les plus chaleureux pour Elle et pour l'héroïque Serbie. En donnant le mom de Votre Majesté à l'une de ses rues, Paris fait hier l'interprète de la France venlière et s'est rappelé avec quelle spontanéité vous étiez venu, en 1870, combattre sous le drapeau tricolore.
Au prince Alexandre de Serbie:
Très touché de l'aimable sotLvenir - de Votre Allesse Royale, j'ai grand plaisir à vous exprimer l'admiration qu'ont inspirée au peuple de Paris les vaillants soldats serbes qui ont pris ant à la revue du 14 Juillet. Je me suis également félicité du vote par lequel le Conseil municipal, dans cet Hôtel de Ville où il à eu l'honneur de vous recevoir, à donné à une rue de la capitale le nom vénéré du roi Pierre Jer, ancien combattant de 1870. Je vous prie de croire à ma fidèle amitié.
Au roi du Monténégro:
Je remercie Votre Majesté de ses, vœux et lui adresse tous les miens pour Elle, pour Sa Majesté la Reine et pour le Monténégro.
Rédacteur en chef : Dr Lazare MARCOVITCH, professeur à l'Univ
ersité de Belgr
DE PMP APPRIS ES
L'« Agence bulgare » de Sofia a communiqué aux journaux, à la date du 5 juillet, le démenti savant:
JOURNAL POLITIQUE HEBDOMADAIRE.
ade
Le journaliste serbe Marcoviteh continue à sou-
: enir dans l’organe serbe La Serbie, paraissant à Genève, que la Bulgarie à fait au commencement de cette année au représentant de l'Amérique, par l’enremise d’un négociant bulgare résidant en Suisse, des ouvertures de paix séparée, ajoutant cette fois que l'intermédiaire en question était un négociant en essence nommé Cbipkoff. Contrairement à cette assertion gratuite, l'agence bulgare est à même d'établir que ce Chipkoff ne fut jamais autorisé à faire des démarches quelconques au nom du gouvernement et du souverain bulgares et que sa présence en Suisse ne les a jamais intéressés à quelque titre que ce soit.
Enfin, prise en flagrant délit, l'agence bulgare ne nie plus que M. Chipkoff ait fait des propositions de paix séparée à l'A mérique Elle affirme seulement que M. Chipkoffne fut jamais autorisé à faire des démarches quelconques au nom du gouvernement et du souverain bulgares.
Mais qui, alors, l’a autorisé à soumeltre à un personnage américain un projet détaillé de paix « bulyare », et à garantir son exécution ? Qui a donné à M. Chipkoff le passeport diplomatique et qui l’a introduit auprès des Américains ?
Ce qui est le plus bisarre, c'est que le gouvernement bulgare, d’après ce communiqué, ne se serait jamais intéressé à l’activité de M. Chipkoff. Mais l'agence bulgare a oublié que la
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enéue: Samedi 27 Juilet:1918 +
Suisse....... 6fr. — paran ‘M
ABONNEMENT }
Autres pays. Ofr.— »
La Bulgarie et la paix séparée
Légation de Bulgarie à Berne, invitée à s'expliquer au sujet de l'entrevue de Thonon, avait qualifié de « traitre » à la patrie tous les Bul-
présentants de l'Entente, èn les menaçant de peines sévères dès qu’ils seratent au pouvoir des autorités bulgares. Ta liste de ces soi-disant traîtres ne contenait pas le nom de M. Chipkoff, et c’est ce qui nous a déterminé à poser la question de la situation particulière de M. Chipkoff. Nous avons demandé à la l'égation de Bulgarie de préciser si tel et tel négociant était également un (traître ». Après avoir d’abord nié l’existence de M. Chipkoff, l'agence bulgare conteste qu’il ait été autorisé par le gouvernement à faire des démarches de paix. Dans ce cas-là, il serait un «irailre» comme l'archimandrite Stephan, comme M.M.Kouiourdjian, Andréïtchine et autres. Mais alors, comment se fait-il que M. Chipkoff se promène librement à Sofia et se prépare même, à ce que l'on nous dit, à revenir en Suisse ? 1
x À
Nous apprenons de Copenhague qu'un socialiste bulgare j'ait des tentatives auprès des missions alliées pour les gagner à l’idée d'une paix séparée de la Bulgarie comportant pour les Bulgares les gains que l'Allemagne leur avait promis. Il parait qu'on lui a fermé la porte au... nes!
La réouverture du parlement autrichien
nes
rat jut ajourné, tout le monde cruf que
l'activité du Parlement autrichien éfail close pour la durée de la guerre. L’ex-
- périence de gouverner sans parlement, pr'atiquée pendant trois ans, prouvail que le parlement nest pas très nécessaire en Autriche. Du moins, c’est Fopinion des Allemands d'Autriche. Que le docteur Seidler et ses maitres se soient quand même décidés à convoquer la Chambre, la cause west pas un désir d'observer la Constitution, mais plutôt le fait qu'un régime appuyé sur Particle 14 ne pourrait plus avoir la force nécessaire à canaliser Les énergies populaires nées du mécontentement tant national que social. La nouvelle convocation du Parlement représente donc un essai de rassemblement des forces dirigeantes dans les cadres de l’ancienne monarchie habsbourgeoïse. C’est le rocher de Sisyphe, et lon pourrait avec raison prédire qu'aucun homme d'Etat — eutil beaucoup plus d'envergure que Seidler — ne saurait rendre compact et hiomogèné cé qui, par sa nature même, tend à la désagrégation.
Jamais, peut-être, la situation de lAutriche ne fut aussi embrouillée qu'actuellement. Le désir de liberté des peuples a grandi at point de provoquer: l’union intime chez ceux dont l'opposition, de parti à parti, détruisait la force combattive. Les Tchèques, Yougoslaves et Polonais ne connaïssent plus de conserva
teurs, de radicaux, de socialistes: JIs sont ous unis sous leur étendard national et, en rangs serrés, s’attaquent à la monarchie vicillie. Les socialistes allemands, qui dans la première session du Parlement ont voté les crédits de guerre, ne veulent plus faire cette concession au gouvernement. Ils l’accusent d’avoir foulé aux pieds, à Brest, tous les principes sur lesquels une entente aurait été possible entre les bel‘ligérants. Seuls, les Allemands nationalistes et les socialistes-chréliens soutiennent sans réserve le gouvernement et couvrent de louanges son chef, qu’ils considèrent comme le plus grand homme Etat d'Autriche. Le prix de cette approbation était la séparation des arrondissements allemands de Bohême, ce qui exaspéra la résistance tchèque. De même, Seidler a réussi à rompre avec les Polonais qui, jusqu'à présent, praliquèrent leur politique traditionnelle du marchandage, et tendirent toujours à empêcher la formation du bloc slave. Grâre à l’incapacité de M. Seidler et à la situation vraiment sans issue. la divergence de vues et Phostilité entre les peuples sont portées
Quand, voici quatre mois, le Reichs-
D AR
à leur comble. Créer un équilibre, dans ce désarroi général, paraît une entreprise Surhumaine. Et Seidler n’est certainement pas dé taille à se mesurer avec des questions de pareille importance.
Les patriotes autrichiens, avec M. Richard-Charmatz, l'historien bien connu, prétendent que M. Seidler peut être classé parmi les plus lamentables figures de présidents du Conseil autrichien. En eïfet, dans la riche collection d'incapacités qu'a permis de former l'histoire de la double monarchie, M. Seidler prendra place au premier rang. «M. Seidler, dit Charmalz, est hors concours. Chaque mois augmente les soucis de PAutriche. Des nouveaux problèmes surgissent constamment, mais le Président du Conseil n'est pas touché par Ja gravité du moment, il ne sent point le poids des responsabilités. Si l'ambiance ne lui plaît pas, il cache sa tête dans le sable, comme l’aufruche! Le Président du Conseil autrichien ferme les yeux pour ne pas être obligé de voir. Il vit gaîment, avec une grâce insouciante et aimable, comme si les beautés du Paradis, dont il parlait l’année dernière, y étaient déjà. M. Seidler n’a qu'une seule ambition, celle ‘d'être le serviteur fidèle de son maître et l’exécuteur impassible de ses ordres. Le comte Taaffe s'appelait jadis ouvertement ministre die l’empereur et pratiquait l’art de vivoter. Mais il ne sied as de parler le même jour de ces deux hommes d'Etat. La différence entre eux lst par frop grande: » RE : ®
L'homme d'Etat critiqué de façon si cinglante n’est pourtant que le produit naturel du milieu qui l’a créé ministre et le. soutient au pouvoir avec tant d’acharnement. C’est l'ambiance allemande de lAutriche qui admire les capacités créatrices de M. Seidler, et il est tout à fait naturel que la foule des fidèles soît en les mêmes dispositions que le Dieu .qu’elle adore.
«Tout ‘optimisme est mort,» dit Charmatz, en parlant des Allemands d'Autriche, «tout espoir pour la renaissance F’est évanouie. C’est avec lassitude, et sans joie ‘que le citoyen voit passer les jours. Il n'y a pas d'événements politiques qui lintéressent. Les âmes sont sous l'emprise d’un je n’en fichisme et du désenchantement. Le peuple a supporté au milieu de mars, 6ans aucune émotion, l’ajournement du Reichsrat: il a toléré avec apathie pendant quatre mois le régime sans parlement et l’exlex, qui a commencé le ler juillet C’est sans aucune excitation des âmes et des esprits que le Reïichsrat se rassemble»:
Nous n'avons rien à ajouter à ce fa-
“gares qui se mettaient en-rapports avec lessrezs
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