Venezia e la Lega di Cambrai

sue robe mobile, danaro, zoglie et arzenti ne li monasteri) de monache. e scendevano li danari soto terra et mandavano ettiam assai il suo in le citade maritime propinque, Gapodistria idest Justinopolis et Zara et altre citade maritime per poter a li bisogni andare il tute in Turchia, et molti veramente senatori et nobilli et citadini predico et maxime il populo non fece movesta alcuna , . [ln Venefici i nobili avevano pochissime anni, tanta erano alieni dalle violente, e non avrebbero mai creduto possibile doversene servire per difendere la loro citta], (c. 152 v- 1 3r) . . . anchora nuj heremo de le prime famiglie nobili in Venetia, tamen in la chaxa nostra non si atrovava che spade quatro et lanzoni diexe ruzincnte et siamo persone piu) de 25 in famiglia et chussi herano tutti li altri, perche tutti vivevemo ad uno modo in questa citade, come persone quete et senza alchuno de inimici. 111. L’lmperatore Massimiliano. [Molti Veneziani si dolevano che Domenico e Paolo Pisani , savii del Consiglio e il doge stesso fossero favorevoli alla Francia , avendo un grande concetto delia potonfa di Luigi XII], 1 (c. qtiv; .... nè volevano sentire nominare lù Imperatore ellecto, quale faceva larghi partirti al statto veneto, aziochè intrasse in amicitia et se desligasse da f amicitia francese, non obstante chel dicto Re dei Romani era stato vituperato et vergognato da la Republica veneta, avendoli tolto le citadi et lochi ultimamente, zoè Trieste et Gorbia et altri lochi, tuta volta voleva et desidevava piu) presto I’ amicitia veneta, perchè portava grandissimo odio al Roy de Franza, tamen questi nobilli a l’incontro dicevano che lo imperatore hò una insegna de osteria e chel non havea denari nè reputatione nè fama nè seguito nè prudentia, e chel saria necessario chel stato veneto li havesse dato li danari et gente per venire in Ittallia, et che tutti li danari dei mondo non li haveria facto, tamen seguite il contrario clic il gran Roy de Pranza, quale in secretis portava grande odio et inimicitia al dominio veneto, et solamente dimonstrava mantenere 1' amicitia cum Venetiani per poter re ti aire lo stato di Milano, che altrimenti li pareva grande difficultate,-èssendo in discordia cura li signori venitiani, donde che hat ,

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