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L’UNIONE CRONACA CAPODISTRI ANA BIMENSILE
AIUTO TU.
Capodistria, addì 9 settembre 1881
ar. 33
Soldi 10 al numero L’ arretrato soldi 20 L’Associazione è anticipata: annua o semestrale Franco a domicilio L’annua, 9 ott. 80 25 sett. 81, importa f. 3 e s. 20; La semestrale in proporzione. Fuori idem Il provento va a beneficio dell’Asilo d’infanzia
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si pubblica ai 9 ed ai 25
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ANNIVERSARIO .... settembre 1728 Tasce Corilla Olimpica (V. Illustrazione)
Effemeridi di città e luoghi marittimi dell' Istria Settembre
1. 1355. II senato accorda al comune di Fola l’armamento di X uomini a cavallo, i quali assieme ai XIV cavalli e rispettivo conestabile di San Lorenzo, percorrano la Polesana, difendendola da incursioni e furti, col patto però che il detto Comune conti al Paisinatico annui ducati 400, che i X uomini debbano dipendere dal capitano di San Lorenzo ed andare ovunque egli li mandasse a difesa dell’lstria, e che il Comune non possa domandarne la comparsa che il terzo dì dopo il loro arrivo in Dignano, luogo della loro dimora. - 15, XXVII, 26. b 2. 1754. Don Marco degli Ughi è di ritorno in Isola, sua patria, dopo essere stato da oltre sei anni maestro di belle lettere in Albona. - 3. 3. 1332. Venezia. I quattro auditori assolvono il comune di Fola da qualsiasi pretesa potesse o volesse vanta™ a otto danno ser Federico conte di Veglia. - 15, XV, 34. a 4. 1713. Ducale Correr che ordina al podestà e capitano di Capodistria, di ammettere il ueoeletto vescovo, Antonio Maria Borromeo, al possesso della diocesi giustinopolitana. - 3. 5. 1726. Ducale Mocenigo che ordina al podestà e capitano di Capodistria. Giovanni Renier, di imporre a que’ dieci sacerdoti del luogo, che non vollero ottemperare agli ordini vescovili nel giovedì e venerdì santo p. p., a ricredersi chiedendo perdono al vescovo, per non dover essere giudicati dai tribunali civili. - 3. 6. 1279. Lodi. Il patriarca Raimondo delega don Filippo, suo vicario e prevosto di S. Stefano in Aquileia, don Bernardo de Ragogua decano di Cividale ed il canonico di Cividale don Giacomo del fu Ottonello per incoare e continuare la causa riguardo la doppia elezione al vescovato di Capodistria. - 59, XV, 296 e seg. 7. 1339. Il veneto senato delega il podestà di Montona, Matteo Tomaso Viadaso, per ultimare questioni di confini tra il comune di Pareuzo e quello di San Lorenzo del Paisinatico. - 15, XVIII, 64. a 8. 1416. Trieste. I giudici in carica deliberano che i gastaldi del vescovo possano cuoprire civici impieghi, dacché i beni della mensa vescovile riteugonsi soggetti aU’ammiuistrazioue comunale.- 3. 9. 1706. Pirano. Il podestà Francesco Pasqualigo fa buono il testamento con cui don Michelangelo del fu Tomaso Carli di Caudia testava in favore dei Padri Filippini in Pirano. - 3. 10. 1772. Venezia. Il senato approva lo statuto, compilato pel buon governo del neoeretto Monte di Pietà in Rovigno. 46, 337.
11. 1505. Muore fra Sebastiano, laico degli Olivetani e celebre intarsiatore ; nato a Eovigno, sepolto in Venezia. -17,111,411. 12. 1332. Il „senato scrive al comune di Fola di usare la forza contro il patriarca di Aquileia che, sordo ai dolci inviti della Repubblica, rifiutavasi di restituirle alcune ville occupate da lui nella Polesana. - 15, XV, 35. b 13. 1268. Il patriarca Gregorio accorda ad Albertino Morosini mille orno di vino di ragione del patriarcato, e ciò in benemerenza dei servigi prestati alla Chiesa Aquilejese, avendole custodito i castelli presso Rovigno ed armato a proprie spese Castel Venere e Cosiliacco. -4, XXII, 377. 14. 1296. Parenzo. A fine di sottrarsi dalle persecuzioni del podestà Giovanni Soranzo, il vescovo si ricovra nel convento dei Minori di San Francesco in loco e nella stessa notte fugge verso Pirano. - 2. 15. 1690. Capodi&tria. Il vescovo fra Paolo Naldini raccomanda al capitolo del duomo di conservare scrupolosamente il messale in lingua gotica (sitù* che trova vasi in quel tesoro. - 3.
VITA DI GIANRINALDO CARLI
CAPODISTRIANO dettata da GIAMMARIA MAZZUCHELLI trascritta dalle Schede Vaticane da Salomone Morpurgo (Continuazione, vedi il N.ro 13 e serj.ti) ('Dall’ Archeografo Triestino, fascicolo di febbraio 1881). Da Piacenza per cagione di salute erasi il Conte Cavalier Carli trasferito a Milano donde a’ 9 di Settembre del 1765 scrisse a nostro padre che fra pochi giorni sarebbe stato in positura di ripassare il Pò ; che lo conturbava l’udire che anche egli fosse aggravato da conseguenze dolorose di una vita applicata ; e gli espose liberamente i suoi sentimenti sulle questioni promosse intorno al libro De' delitti e delle pene, e alla magia, e sopra una scrittura del P. Almici, che nostro padre sullo stesso argomento gli aveva per segno di amicizia, e per averne di nuovo i suoi sentimenti fatta tenere: „Mi ritrova in Milano la carissima vostra de’ 29 scaduto, È già un mese che ci sono per cagione di salute, stante un deposito lasciatomi dalla malattia maligna sofferta, ora è l’anno, e da me con molta negligenza trascurata per molti mesi. Fra pochi giorni sarò iu istato di ripassare il Pò e voi non mi scriverete prima di sapere da me la mia übicazione. Mi conturba moltissimo l’udire anche voi aggravato dalle conseguenze dolorose d'una vita applicata. Se il rimedio dee essere in opposto, moto e distrazioni sembrano i veri ingredienti del recipe. Abbiate dunque cura di vostra salute, e date presto alla vostra famiglia ed a’ vostri amici la consolazione di vedervi sano I e prosperoso."
„Dopo avere scritto quella lettera ho rilevato anche d’altronde quella verità, che voi mi accennate intorno all’Estratto ’) ed alla critica al libro De' delitti e delle pene, Ho letto la risposta, e l’ho fatta leggere. L’autore del libro in questione non dimostrò veramente nessun sentimento; tranquillo egli sul giudizio favorevole del mondo, sì nella Italia, ove ora si fa la quinta edizione, come in Francia, ove si traduce, e con entusiasmo si ristampa, Un amico però prese la detta lettera, e credo con intenzione di rispondere. Se questo accadrà ve la includerò in questa mia.“ „Per altro caro amico, io, se ho da spiegarvi il mio sentimento, non veggo la ragione di un tanto riscaldamento. Che un uomo di chiesa predichi l’umanità, la carità, la misericordia, la intendo: ma che sostenga con tanto furore dottrine affatto contrarie, è, secondo me, non da uomo di chiesa, ma da chi Sente ancora del ferro e del macigno. „Se la teologia consiste nell’autorizzare le carneficine, il dispòstisiho. He viene che Procuste e Falaride sieno stati i primi e migliori teologi dell’universo. E se la Teologia insegna che i sovrani obbligano la coscienza de’ sudditi, ed anche. secondo il vostro amico, l’opinione medesima stante che la loro autorità è immediatamente da Dio; ci verrà estirpato dal fondo del cuore quell’odioso orrore, che ci fanno i supplizi dati da Nerone, da Diocleziano, e dagli altri, a’ suoi sudditi disubbidienti a’ loro comandi, refrattari della religione dominante: e che noi come tesori della Chiesa veneriamo giustamente col nome di Martiri. Condotti a tal passo, conviene rinunziare o alla logica, o a questa tale Teologia." „Comunque sia, io credo che un teologo sia tanto bravo politico, quanto un politico bravo teologo, e dirò sempre che i diritti di natura e le voci dell’ umanità possono bensì per la forza essere talvolta oppressi ed abbattuti, ma non per questo nè estirpati, nè dileguati negli uomini." „Tanto è poi falso che il libro offenda i diritti de’ sovrani, che il Sig. Duca di Modena, ch’è sovrano lo esalta, lo celebra pubblicamente, che la Corte di Torino lo aggradisce, e, quel che per l’autore è più interessante, la Corte di Vienna, che pare sede di sovrani, anch’essa lo pregia infinitamente, e forse non è lontano il caso che l’autore ne sia premiato. Porse il vostro teologo saprà più de’ sovrani medesimi, quali sieno i confini de’ loro diritti. S’ esibisca per loro maestro, e ne sarà certamente ricompensato. Riguardo alle streghe poi, dove sono direttamente attaccato io confesso di buona voglia essere affatto insensibile. Il vostro amico sa tutta la Demonologia, e tal sia di lui. Se però è vero che gli antichi canoni della chiesa anatematizzavano chi dicesse esservi streghe e maghi, converrà dire che dopo
‘) Vedi la Vita, Costumi e Scritti del Conte Giammaria Man»uchelli ; pag. 110.