Bibliografia Vichiana I

279

ANONIWO - CONDILLAC

(p. 270), e che, se quegli onori fossero stati resi, non si sarebbero potuti avverare, nelle esequie del Nostro, gl’ incidenti incresciosi ricordati in quella memoria stessa.

III DELL’ ASSERITA EFFICACIA DEL VICO SU TALUNI SCRITTORI FRANCESI

1. Condillac. La linguistica e l’estetica del Condillac presentano derivazioni da quelle vicinane ? « La question est d’autant plus difficile qu’on peut penser à une route directe qui irait de la Scienza nuova à l’Essai sur l’origine des connaissances humaines, ou à une indirecte : Vico, Warburton, Condillac ». Così, nella serie di articoli mentovata più oltre, lo Hazard, che cita al riguardo Wladislaw Folkierski, « Entre le classicisme et le romantisme : étude sur l’esthétique et les esthéticiens du dix-huitième siècle » (Cracovie, Acàdémie polonaise de Sciences et lettres, 1925). Chi scrive non ha potuto vedere codesto lavoro del Folkierski : onde è costretto a discorrerne attraverso quel poco che ne dice lo Hazard, da cui appare che lo studioso polacco, il quale accenna sovente al Vico, si contenta di porre in rilievo il rapporto delle idee delia Scienza nuova sulla scrittura e sulla pittura con quelle del Warburton (v. sopra pp. 236-39), dal cui Essai sur les hiéroglyphes, nella traduzione del Léonard, fa, per questa parte, derivare i capitoli XIII e XIV della prima sezione della seconda parte dell’£!ssa} sur l’ origine des connaissances humaines del Condillac (1746), consacrati rispettivamente all’ origine tanto della scrittura quanto «de la fable, de la parabole et de l’énigme, avec quelques détails sur l’usage des figures et des métaphores ». Senonché chi scrive ha pure innanzi l’Essai condillacchiano (nell’ edizione definitiva comparsene nel primo volume delle OEuvres, Paris, de l’imprimerie de Ch. Houel, an VI, 1798) ; e, dopo averne raffrontato con la Scienza nuova tutt’intera la prima sezione della seconda parte, è giunto alle conclusioni che seguono : A) Circa gli anzidetti capitoli XIII e XIV (edizione citata, pp. 416-25 a 426-31), com’ è da escludere una derivazione diretta dal Vico, così è da ammettere senz’altro una continua, anzi quasi totale derivazione diretta dal Warburton.