Bibliografia Vichiana I

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NARDI - ANONIMO

« quod sane neque latinum, neque italicum, sed prorsus portentosum, piane monstriferum esse ingenue et verissime fateri debemus ». Senonché « Caraphaeus » appunto aveva scritto nei 1693, in alcune iscrizioni in memoria del Carafa elevate in Napoli nella chiesa di San Paolo Maggiore, il teatino maddalonese Carlo Maria de Raho (v. sopra p. 16), ritenuto uno dei più provetti latinisti napoletani del tempo, e sui cui scritti, oltre che su quelli di Tommaso Cornelio, l’allora giovane Vico aveva modellato la sua forma latina. Cfr. F. Nicolini, Uomini di spada, ecc., indice dei nomi, sub « Nardi ». 12. Anonimo. —La dispersa «opera di medicina», ossia il De aequilibrio (v. sopra pp. 122-24), valse al Vico l’inserzione d’un articolo biohibliografico su lui tra le aggiunte intercalate nella traduzione italiana, che si venne facendo in Napoli, del Dictionnaire historique de la médicine ancienne et moderne di Nicola Éloy da Mons (1714-1788) : cfr. tomo VII (1765), pp. 393-99. Di particolari nuovi l’anonimo esibisce soltanto questo : che il Nostro sarebbe stato sepolto con gli « onori di conte palatino ». Ma si tratta d’ un ragguaglio non pervenuto a esso anonimo per tradizione orale o scritta, bensì eh’ egli desunse congetturalmente dal fatto generico che ai lettori perpetui presso l’Università di Napoli non anche a quelli quadriennali spettavano, dopo vent’ anni d’esercizio, onori e prerogative di conte palatino : onori e prerogative, per altro, che avevano effetto soltanto postumo, nel senso che, morto uno di quei lettori, la salma veniva rivestita « cum corona, sceptro, ense, superlicio, stivalibus cum speronibus», sulla bara era posto un libro aperto, e il carro funebre era circondato da dodici portatori di piccole bandiere recanti le insegne del defunto. Così un’ anonima annotazione manoscritta aggiunta sull’ esemplare, posseduto dalla Società napoletana di storia patria, delle Lettere e discorsi accademici di Lucantonio Porzio (Napoli, 1711), sepolto con quel cerimoniale il 10 marzo 1723; e notizie affini dànno altre fonti circa le esequie di altri colleghi universitari del Vico : per esempio, Domenico Aulisio e Nicola Cirillo. Comunque, nei quaranta e più anni dell’ insegnamento universitario del Nostro (1699-1741), la sua cattedra, lungi dall’ essere dichiarata mai perpetua, restò sempre quadriennale. Senza dire che nessun accenno a onori di conte polatino viene fatto nella memoria del Pierre citata qui sopra