Bibliografia Vichiana I
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LA METTRIE - TURGOT
(1709-51), le cui principali opere filosofiche vennero scritte tra il 1745 e il 1750. Senonché tutte le prove, che il Rocco adduce a sostegno della sua asserzione, si riducono all’ altra mera affermazione che il Vico e il La Mettrie s’incontrerebbero qua e là nella loro concezione del cosiddetto stato di natura. Ma, anche a prescindere dalla scarsa entità di codeste coincidenze, non è tanto più semplice pensare a una comune derivazione dal quinto libro del poema lucreziano ? o, magari, a un ricalco, da parte del La Mettrie, di dottrine hobbesiane. così simili, in certi punti, a quelle vichiane ? A ogni modo, chi voglia toccare con mano sino a quale punto il materialista La Mettrie sia agli antipodi dello spiritualista Vico, legga, per esempio, quanto, sul sorgere delle religioni, è scritto nella Scienza nuova e nelle prime pagine del Traiti de Fame. Del Rocco cfr. il citato Elogio del Vico , p. 204 in nota : cfr. anche Ferrari, Mente del Vico, edizione del 1837, pp. 199-202. Del Vico v. Opp., IV, capovv. 374-82 : del Traile de T dme, il testo apparsone nelle (Euvres philosophiques de Mr. de le Mettrie, convelle édition corrigée et augmentée (Berlin, 1774), 1, 3-4. 4, Turgot. Giovane di ventitré anni e studente di teologia, anzi « prieur de Sorbonne », il Turgot (1727-81) pronunziò in latino, e poi tradusse egli medesimo in francese, due Discours pour Vouverture et la clóture des sorbonniques de Fannie 1750 : il primo, sui vantaggi procurati alTumanità dal cristianesimo ; il secondo, sui progressi dello spirito umano. E a codesti discorsi tenne dietro, poco dopo, un Pian d'histoire universelle, scritto o, più esattamente, abbozzato in contrapposizione al Discours del Bossuet. Sono al certo scritti non privi d’interesse e per la calorosa e ottimistica fiducia nel continuo progredire dell’umanità che li ispira, e anche per qualche buona osservazione particolare. Per non dire altro, il Turgot, come seppe vedere che il medioevo, non ostante la sua barbarie, rappresenta non un regresso ma un progresso, così seppe prevedere che i coloni inglesi dei futuri Stati Uniti di America, alla stessa guisa dei coloni fenici dell’antica Cartagine, si sarebbero, un giorno o l’altro, distaccati dalla madre patria. Ma, quanto poi alla profonda filosofia e al vichismo o vicofilia che qualcuno ha voluto vedere in quei componimenti di scuola, non ce n’ è nulla o quasi nulla. A mala pena nel Second discours si riscontra qualche coincidenza affatto generica con la Scienza nuova. Per esempio, anche al