Bibliografia Vichiana I
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MUNTER - GOETHE
Soggiunge bensì che Gennaro possedeva « molti manoscritti > del padre, « dei quali devono essere eccellenti ( vortrefflich ) i commentari a Tacito » : commentari che possono essere tanto il disperso esemplare postillato di Tacito quanto l’abbozzo di commento ai soli primi capitoli degli Annales (v. sopra pp. 84-85), senza tuttavia escludere che Gennaro possedesse allora una meno incompiuta redazione di codesto abbozzo, oggi perduta. Comunque, sembra che Tanzidetta presunzione di eccellenza fosse formolata tutta dal Miinter, non da colui che aveva visto quei commentari e gliene aveva parlato, ossia dall’illustre e sventurato Pasquale Baffi da Santa Sofia di Rossano (1749-1799), uno dei futuri martiri del Novantanove. Si tenga presente inoltre, per ciò che si dirà a suo luogo dello Zoega (presente capitolo, paragrafo VI, numero 7), che il Miinter ebbe corrispondenza con lui, e anzi proprio negli anni 1785-86, cioè dopo avere raccolto in Napoli le notizie sopramentovate, fu con lui in Roma. Vedere Aus den Tagenbùchern Friedrich Miinters ; ÌVander und Lehrjahre eines deutschen Gelehrten, herausgegeben von Ojvind Andreeasen (Kopenhagen und Leipzig, 1937), parte 11, pp. 29-30 ; e cfr. B. Croce, Federico Miinter e la duchessa di San Clemente, in Critica, XXXVI (1938), pp. 230-38 (specialmente 233-34) e ora, col titolo Federico Miinter e la massoneria in Napoli nel 1785-86, negli Aneddoti di varia letteratura, 11, 403-13. Giova poi aggiungere che nessun accenno fa al Vico una sorella del Miinter, ossia Federica maritata Brun (1764-1835). che fu a Napoli, con commendatizie del fratello, nel 1796 e poi ancora negli anni 1809-10, non senza dare abbondanti notizie di quella sua prima dimora napoletana nelle Prosaische Schriften (Zurigo, Creili e Fiissli, 1801), pp. 97-420, e della seconda nelle Sitten und Landschaflstudien von Neapel und seinen Umbegungen in Briefe und Zuschriften entworfenen in den Jahren 1809-10, neben spatern Zusàtzen (Lipsia, 1818). Bensì, nel secondo di codesti scritti, ella ricorda il vichiano Vincenzo Cuoco e un suo erudito segretario (tale Tedeschi), che, espertissimo della lingua e della letteratura germaniche, si proponeva, insieme col Cuoco stesso-, di « trapiantare i risultati della filosofia kantiana nel giardino delle Esperidi ». Cfr, Croce, Letterati di Napoli nell’età napoleonica, nei citati Aneddoti, 111, 36-51, specie 43. 9. Goethe.—Ed eccoci a Volfango Goethe, alla sua dimora napoletana del 1787, alle sue frequenti visite al palazzo magnatizio al largo Arianiello, ove dimorava Gaetano Filangieri, e al passo famoso della Italienische Reise (5 marzo 1787), ove, discorrendo appunto del Filangieri, il poeta scrive (edizione Diintzer, p. 181) : Sin da principio mi ha fatto conoscere un antico scrittore, della cui