Bibliografia Vichiana I

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BECCARIA ■ BETTI - SIBIUATO - ROGADEO

e politici regolatori degli uomini, dello stato di natura, del1’ origine delle pene, dei duelli e delle guerre, dello spirito di famiglia, degli asili, della natura della poesia, della metafora, ecc. eco. —il Beccaria, intellettualista sino alla punta delle unghie, conduce la trattazione come avrebbe potuto e saputo chi in vita sua non avesse nemmeno sospettato 1’ esistenza della Scienza nuova. La lettera del Longo è pubblicata nell’ Archivio storico lombardo, XXXVIII (1911), p. 116 ; quella del Morelle! in Cesare Beccaria, Scritti e lettere inedite (Milano, Hoepli, 1910), p. 145. Del Cuoco v. Scritti vari, edizione citata più oltre, I, 334 : del Beccarla, Opere, edizione Napoli, Gravier, 1770-71 in tre volumetti, I, 7-8; 111, 39. 2. Z. Betti e C. Sibiliate.—ll conte Zaccaria Betti da Verona (1732 - 88), nella seconda edizione con aggiunte (Venezia 1875) del suo poema didascalico II baco da seta, e 1' abate Clemente Sibiliate da Bovalenta (1719-95), nella Dissertazione sopra il quesito : se la poesia influisca sul bene dello Stato (Mantova, 1771), citano, l’uno e l’altro, il Vico a giustificazione della poesia didascalica. Vedere C. Naselli, La poesia didattica del Seicento : problema storico ed estetico (estratto dal Siculorum Gymnasium di Catania, marzo 1941) ; e cfr., intorno al Sibiliate, anche l’Elogio dell’ abate Clemente Sibiliate, pubblico professore di belle lettere ed accademico di Padova, scritto da G. F. (Giuseppe Fossati?), s. I. a. (Padova, 1795?), ove alla pagina 8 è ricordata la Scienza nuova. 3. G. D. Rogadeo. Il cavaliere gerosolomitano Giovan Donato Rogadeo da Bitonto (1718 • 84) aveva lavorato venti anni intorno a una vasta opera dal titolo II diritto pubblico e politico del Regno di Napoli. Di essa, per altro, dopo averne dato un Saggio (Cosmopoli, cioè Lucca, 1767), potè porre a stampa (Napoli, 1769), per un sopraggiunto divieto governativo, il solo libro primo, e anche di questo, sebbene relativo all’antica topografia dell’ltalia meridionale, venne proibita la vendita. Fu concesso bensì al libraio napoletano Giuseppe Maria Porcelli, che ne aveva acquistato tutti gli esemplari, di porli in commercio nel 1780 col cangiato titolo Dell antico stato de ’ popoli delVltalia cistiherina, che ora formano il Regno di Napoli. Ciò premesso, alle pagine 54 -59 del volume anzidetto la Scienza nuova è qualificata, sì, opera di uomo « dotto, sottile, erudito, profondo», ma anche libro letto da pochi, per-