Bibliografia Vichiana I
TXRABOSCHI - FANZINI - PERGOLA
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rabeschi (1731-94) non manca di ricordare (1770) il Nostro, ma soltanto per dire che il racconto tradizionale dell’ ambasceria che da Roma sarebbe stata mandata ad Atene per raccogliere le leggi rifuse poi nelle XII Tavole venne difeso dal Terrasson (v. sopra pp. 232-33) « contro Giambattista Vico, che lo ha rivocato in dubbio, e contro M. de Bonamy, che, senza contradire il fatto, ne combatte il più delle circostanze, così che il fatto stesso poi rimane dubbioso ». Cfr. ristampa di Napoli, Giovanni Muccis, 1777, I, 85. 6. L. Fanzini. L’abate Leonardo Fanzini da Mola di Bari (1739-1809), benemerito biografo di Pietro Giannone e non meno benemerito rieditore dell’lstoria civile del Regno di Napoli e delle Opere postume del medesimo scrittore, tenne a porre in rilievo che, mentre il suo autore lavorava, nell’ltalia meridionale s’erano dirozzati soltanto « gli studi elementari e quelle scienze che immediatamente servono alla vita e al viver civile»; che «le lettere umane e lo studio del greco, del latino e del puro italiano costituivano il pregio maggiore della letteratura»; che «la medicina e la giurisprudenza furono le prime e sole a partecipare de’ nuovi lumi che acquistarono i nostri nazionali»; e che « solo Giambattista Vico, uomo di grande ingegno, di talento superiore, spinse più oltre i suoi sforzi e le sue mire » ; ma che «1’ oscura ed intralciata maniera, ch’egli tenne nello scrivere, non gli fece avere fra’ suoi che pochi lettori, e i pregiudizi del secolo, non ancora in tutto svèlti, non gli procacciarono imitatore alcuno ». Cfr. prefazione alla riedizione de\Vlstoria giannoniana, I (Napoli, Gravier, 1770), p. xi. 7. N. Pergola. Il celebre matematico napoletano Nicola Pergola (1753-1824), prima di darsi alle scienze esatte, aveva studiato filosofia e diritto col Genovese e Giuseppe Pasquale Cirillo, e prima di attendere alla scuola privata, poi anche pubblica, di matematica, aveva insegnato filosofia nel Collegio del Salvatore (1771 e anni seguenti). Si spiega dunque perché venisse sù con la passione pel Vico. A ogni modo, Nicola Nicolini, che fu a scuola da lui nel 1790-91, racconta che ai discepoli, i quali intendevano erudirsi nelle scienze morali e politiche, il Pergola consigliava di leggere esclusivamente « Tacito, Vico, Gravina e, per compimento di essi, Filangieri, di cui deplorava, qual pubblico lutto, la morte immatura ».