Bibliografia Vichiana I
FILANGIERI
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•? primi a far risorgere la fama del Vico e a render popolari le sue opere» furono anzitutto Gaetano Filangieri (1752-88), « che tanti de’ suoi principi ha adoperati nella Scienza della legislazione », indi Francesco Mario Pagano e Melchiorre Cesarotti. E, certamente, che il Filangieri s’adoperasse a « render popolari » le idee del Vico, ossia a diffondere la conoscenza della Scienza nuova, s’è già visto sopra (pp. 320-21), e trova conferma in una lettera che da Cava de’ Tirreni, ove 1’ autore della Scienza della legislazione aveva dimorato dal 1783 al 1787, il benedettino Carlo Mazzacane, divenuto ottuagenario, scriveva il 26 novembre 1824 al Villarosa. Al quale, dopo un amichevole rimbrotto di non avere riedito anche la maggiore opera vichiana, soggiungeva d’averla letta «moltissimi anni sono », ma di non serbarne memoria «se non quanta me ne han lasciata i frequenti discorsi che su tal materia ebbi col fu cavaliere Gaetano Filangieri ». Né è meno conforme al vero l’altra affermazione del Cuoco che molti principi dell’opera vichiana furono messi a profitto in quella filangieriana. A codesto proposito, anzi, è da manifestare qualche maraviglia per la nessuna importanza data a un fatto messo bene in evidenza, ottant’anni fa, dal Cantoni : che, se non altro nel trentesimoquinto capitolo del terzo libro e in quasi tutto il quinto libro della sua fatica, il Filangieri assunse di fronte al Vico il medesimo atteggiamento singolare che nel Cittadino e governo di Roma e nella Scienza del costume Emmanuele Duni (v. sopra pp. 267-69). E, invero, cosi nel trentesimoquinto capitolo del terzo libro come in gran parte del quinto libro, non solo non c’è una sola idea direttiva che non si rinvenga, e talora quasi con le medesime parole, nella Scienza nuova ; ma ciò che l’autore aggiunge qua e là di proprio si riduce quasi sempre a qualche fraintendimento, a qualche annacquamento, a qualche indebita contaminazione, e soltanto di rado a qualche sviluppo di particolari secondari. Sola differenza : che nel quinto libro il Nostro non è citato mai, laddove nel trentesimoquinto capitolo del terzo lo si mentova quattro volte. Quattro sole, per altro, sulle cento e più che si sarebbe dovuto, e tutte quattro semplicemente circa fatti particolari ; senza dire che, tra le molte e molte altre in cui quel nome è taciuto, non ne manca qualcuna nella quale all’omesso rinvio è sostituita addirittura,