Bibliografia Vichiana I

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DE MARTINO ■ RONCANO - VALLETTA

Sed moeret pariter meus : ambos bardus eodem Amanuensis enim scripsit ab autographo. Vale, meque ama. Philippus tuus. Del Napoli-Signorelli v. le citate Vicende, seconda edizione, VII, 255 sgg. Sul De Martino e i suoi rapporti con Gennaro Vico, Gentile, Studi vichiani, indice dei nomi, sub « Martino de ». Sul codice della Principum neapolitanorum coniuratio, F. Nicolini, Vicende e codici della « Principum neapolitanorum coniuratio » citate più oltre, pp. 29-30. 22. F. Longano.—Al dire di Cesare Marini, anche l’abate Francesco Longano da Ripalimosani nel Molise (1719-96), al pari del De Attellis, del Rogadeo (?) e del Concina, avrebbe « impreso a sviluppare » questo o quel « principio di Vico ». Sarà : ma confesso di non avvedermene. Ho innanzi oltre il Viaggio per 10 contado del Molise nell’ottobre 1786 (Napoli, Antonio Settembre, 1788), le due opere filosofiche del Longano (tutte due mere compilazioni) ; le De arte cogitandi lectiones sex (Napoli, Michele Morelli, 1787) e i Philosophiae rationalis eiementa (Napoli, Vincenzo Orsino, 1791, in tre volumi). L’una e l’altra s’iniziano con cenni storici intorno ai maggiori filosofi, non esclusi quelli vissuti in Italia nel secolo decimottavo. Ma tra questi, ho un bel leggere e rileggere, non trovo punto 11 Nostro : vengo informato, invece, ch’essi erano « Antonius Genuensis neapolitanus, Aloysius Verneius lusitanus, Scria pisanus, Salvator Rugerius atque abbas Angelonus, pater eoelestinus, ambo neapolitani ». Mi viene curiosità di appurare che cosa il Longano pensi dell’origine del linguaggio, al quale consacra il secondo libro del primo volume dei Philosophiae rationalis elementa ; e m’imbatto in questa proposizione tanto antivichiana quanto non peregrina : «Ex quo repetenda est sermonis origo ? Divinus Moses in sanctis libris eam Deo attribuit. Nec sine miraculo id enodari potest ; aliter, quo pacto homo, ‘ mutum et turpe pecus ’, ut ait Horatius, loqui potuisset?». E un paio di pagine dopo: «Ex hominum itaque arbitrio linguas esse ortas, tam palmare est ut nihil supra ». Dopo di che, il lettore stesso converrà che sarebbe stato sciupare tempo proseguire nell’ indagine. Cfr., del Longano, De arte cogitandi, p. 31; Philosophiae rationalis elementa, I, pp. 28, 49, 51 : del Marini, opera citata appresso, p. 65. 23. N. Vailetta. Tra i vichiani napoletani della seconda metà del Settecento va annoverato un altro discepolo del Ge-