Bibliografia Vichiana I

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ROSSO - VALERIANO - ANDRÉS

« Atque illud ego suspicor factum : quod, cum Hercules Pharnesianus aliaque optima antiquorum opera sculptorum, non item lalysus Protogenis, nec Apellis Venus, ad nos pervenerint, in sculptura multum desideretur ; pictura ad summum usque producta est ». Cfr. Vico, Opp., I, 114-15. Sui Russo v. il particolare saggio del Croce inserito nella citata Rivoluzione napoletana del 1799, pp. 87-112. Dei Pensieri politici cfr. la ristampa del D’Ayala (Napoli, Lombardi, 1861), ; pp. 61-63. 29. L. M. Valeriani. Menzione del Vico si fa in uno studio di Luigi Matteo Valeriani da Imola (1758-1828) dal titolo Peggi delle XII Tavole esaminate secondo i principii del diritto e lo stato della repubblica romana (Milano, 1798). Di esso si ebbe una seconda edizione col titolo lievamente modificato : Leggi delle XII Tavole esaminate secondo i fondamenti e le regole della politica (Milano, 1802), e anche una terza (Firenze, 1839), arricchita, tra 1’ altro, di riferimenti bibliografici sugli oppositori alle teorie correlative del Nostro. A questa terza edizione si riferisce una recensione di G. Trevisani, inserita nel Progresso di Napoli (XXIV, 270-81). 30. G. Andrés. Resta a mentovare il giudizio, tutt’altro che esatto e peregrino, d’uno spaglinolo italianizzato, ossia de! dotto gesuita valenzano Giovanni Andrés (1740-1817), trasferitosi in Italia dopo la soppressione della Compagnia (1773) e stato anche, durante i regni di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat (1806-15), prefetto della reai biblioteca della città natale dei Nostro. Nella sua maggiore opera, DeW origine, de ’ progressi e dello stato attuale d ’ ogni letteratura, pubblicata primamente in Parma dal 1782 al 1799, e più volte ristampata poi, 1’ Andrés scrive che, a principio del secolo decimottavo, il Vico aveva cominciato a scuotere alquanto il giogo filosofico «ed a pensare da sé », proponendo « alcuni nuovi ed originali pensieri » : ma che il vero « riformatore dell’ italiana filosofia ; chi la fece conoscere, rispettare da’ più dotti filosofi delle altre nazioni, chi seppe arricchire di nuovi pregi la logica, la metafisica e la morale, fu il celebre Genovesi». Dell’opera dell’Andrés v. la ristampa di Napoli, 1836-37, VI, 282.