Bibliografia Vichiana I

d’holbach

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natura della mente umana porta ch’ella attribuisca all’effetto la sua natura », e poiché «la natura loro era, in tale stato, d’ uomini tutti robuste forze di corpo, che, urlando, brontolando, spiegavano le loro violentissime passioni, si finsero il cielo esser un gran corpo animato, che per tal aspetto chiamarono Giove », il quale, « col fischio de’ fulmini e col fragore de’ tuoni, volesse loro dir qualche cosa» (IV, 377). Ecc. ecc. ecc. Oltre che con questi e a molti altri passi vichiani qui omessi, il Système de la nature presenta coincidenze anche con alcune osservazioni affini formolate da qualche altro filosofo, allora molto più noto del Nostro. Tale, per esempio, lo Hobbes, il quale, sin dal 1661, nel capitolo decimosecondo del Leviathan, consacrato appunto all’origine della religione, aveva svolto ampiamente questa concatenazione d’idee : ch’è insito nella natura umana farsi a ricercare la causa degli eventi ; che, quando codeste cause siano invisibili, l’uomo, sovente, le suppone quali gliele suggerisce la fantasia ; che, pertanto, T ignoranza delle cause ha dato luogo al concetto della divinità e quindi alla divinazione. Ma, d’altra parte, poiché nell’opera dolbacchiana riappariscono, come s’ è visto, altri concetti che sono nella Scienza nuova e mancano nel Leviathan, sembra che un’efficacia indiretta o magari diretta del Vico sul D’Holbach non si possa negare. Indiretta, cioè attraverso la conversazione dell’abate Ferdinando Galiani (v. sopra pp. 262-63), che, durante la sua dimora in Francia, era stato il beniamino tanto del salotto parigino dei D’ Holbach nella rue Royale quanto del loro castello al Grandvai. Magari diretta, nel senso che è pure da credere che Cesare Beccaria finisse col mantenere la promessa, fatta quatti -5 anni prima della comparsa del Système de la nature, d’ inviare all’ autore un esemplare della Scienza nuova (v. sopra p. 324) ; ovvero che, messo per tal modo sull’avviso, il D’Holbach se la procurasse in altra guisa. Comunque, l’esempio dell’opera dolbacchiana non fa se non confermare l’osservazione del Finetti (v. sopra p. 303) circa gli argomenti a favore delle loro tesi irreligiose che i campioni dell’ateismo materialistico avrebbero potuto trarre (e magari trassero), dalla filosofia vichiana. Del Rocco v. il citato Elogio, p. 211 in nota. Del Leviathan hobbesiano, la traduzione italiana di Mario Vinciguerra (Bari, Laterza, 1911), I, 86-98.—Sui rapporti del D’Holbach col Galiani, F. Nicolini, Lettres inédites du baron et de la baronne d’Holbach à l’abbé Galiani, nelle Eludei italiennes, nuova serie, tomo primo, numero 1 (gennaio - marzo 1931), pp. 22-40.