Bibliografia Vichiana I

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DUPUIS - CONDORCET

quando si fece a discorrere della cosiddetta « scuola filosofica napoletana». II canone di questa scuola egli scrive, —il cui « capo è il gran Vico », consiste nel congiungimento della metafisica, della storia, dell’archeologia e della politica. Questi filosofi hanno per iscopo di ricercare le nozioni metafisiche e politiche, di trattare le più importanti quistioni di queste scienze sotto uu aspetto storico ad un tempo e razionale. Essi consultano la storia, ma non già empiricamente e nei secoli più conosciuti, ma, trasportandosi nei tenebrosi tempi della più remota indefinita antichità, nelle epoche mitiche degli eventi umani, cercano di metterli in luce. La loro esperienza pertanto non è quella delle altre scuole. È un'esperienza di monumenti, di simboli, di antichità ; le lingue madri e le rovine dell’arte romana sono i silenziosi e taciti monumenti che consultano, da cui vogliono, come a priori, dedurre la storia che ebbe luogo, ecc. ecc. E proprio questa scuola, conclude il Gioberti, fu « trapiantata in Francia sopra tutti dal Dupuis e dal Volney », cioè dai due scrittori a proposito dei quali il medesimo Gioberti, perenne paladino del carattere prettamente ortodosso della filosofia vichiana, scrive che « una gran prova della cecità e degli assurdi filosofici, in cui getta lo spirito d’irreligione, si è il sistema del Dupuis e del Volney intorno alle prove storiche del cristianesimo». Vero è che, pel Gioberti, il Nostro sarebbe stato padre incorrotto di corrotti figli, nel senso che « agì certo innocentemente, e non ebbe sicuramente né meno il sentore di essere, per questa parte, antesignano dell’ incredulità e dell’ateismo ». Di codesta « innocenza », per altro, oggi non si è più tanto sicuri. 11 sistema del Dupuis fu esposto primamente in una serie di articoli e dissertazioni inseriti, lungo gli anni 1779-80, nel Journal des sgavans e nei Mémoires dell’ Académie des Inscriplions et Belles Lettres, raccolti poi ne\V Astronomie del Lalande, e nuovamente in un volume a parte (1781), finché nel 1794 non furono ampliati nella grande opera Origine de tous les cultes ou religion universelle, della quale chi scrive ha presente la ristampa che, « avec une notice sur la vie et les écrits de Dupuis par M. P. R. Auguis » e in sette volumi, vide la luce nel 1822 presso il Babeuf di Parigi,—Tra i manoscritti inediti di Luigi Blanch è un 'Analisi dell’ « Origine de tous les cultes » di C. F. Dupuis : cfr. Nino Cortese, in Archivio storico per le provinole napoletane, XLVII (1922), p. 310, n°. 203.—Pei passi del Gioberti cfr. Meditazioni filosofiche inedite, edizione citata più oltre, pp. 70-71, 77, 38. 6. Condorcet. Come s’è visto (p. 347), sin dal 1796 Carlo Lauberg accennava al grande giovamento che il Condorcet (1743-94) avrebbe tratto dalla Scienza nuova: e, come