Bibliografia Vichiana I

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REID - STEWART - ANONIMO

il gener umano »; e che « idee uniformi nate appo intieri popoli tra essoloro non conosciuti debbon avere un motivo comune di vero »Senonché tanto questo punto speciale quanto, in genere, la questione delle coincidenze (non derivazioni) del Reid e degli altri scozzesi col Vico meriterebbe forse un esame più minuto. Qui giova ricordare ancora che Dugald Stewart (1753-1828) il discepolo prediletto e poi biografo del Reid, e colui, che può essere considerato l’ultimo e più critico rappresentante della scuola sarà tra coloro che, come un secolo prima il Nostro, porranno in chiaro che la forza delle matematiche non è già nei postulati ma nelle definizioni. Tenere presente, per ultimo, che la lettura delle opere del medesimo Stewart concorrerà a invogliare il Michelet a studiare quelle del Vico. Del Poli v. i supplementi al Tennemann, seconda edizione citata più oltre, IV, 670 ; sul Blanch cfr. quaggiù sezione quarta, capitolo li, paragrafo 111, n. 5 ; del Rocco, l’Elogio del Vico, p. 301 in nota ; del Conti la sesta edizione, citata più oltre, della Storia della filosofia. 11, 352. Sui rapporti ideali tra il Vico e Dugald Stewart, Croce, Filosofia di G. B. Vico 3 , p. 251, e cfr. quaggiù nell’ Intramesso. Sulla lettura del medesimo Stewart compiuta dal Michelet, qui appresso, sezione quarta, capitolo primo, paragrafo I, numero 1.

VI SULLA « DISCOVERTA DEL VERO OMERO »

1. Anonimo (Galiani ?). —Nel 1765 Cristiano Tobia Damm pubblicava a Berlino un Novum lexicon graecum etymologicum et reale, nel cui proemio, secondo afferma una recensione anonima comparsa nella più volte citata Gazette littéraire de VEurope (Vili, 1765, pp. 17-27), si doleva che tutti gl’interpreti spiegassero Omero « d’après les notions qu’ils ont prises je ne sais où, quand ils auroient dù les puiser dans Homère méme »; errore che avrebbe avuto il risultato di sfigurare « impitoyabiement cet écrivain aussi pur que chàtié, en lui prètant un langage bas et vulgaire », laddove egli ha « écrit d’un style aisé, mais fin et plein de sens, ou plutot il a parlé la langue de la cour, ainsi qu’il convenoit à un prince issu de l’illustre sang des rois d’Égypte, qui s’étoit formé par de longs et fréquens voyages et par un commerce intime avec les héros