Bibliografia Vichiana I

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MINER VINI - MERIAN

Di lui sono da vedere VOrìgine e corso del fiume Meandro, in occasione df un luogo di Plinio (Napoli, stamperia simoniana, 1768), e segnatamente una lettera aperta, sull’ Etimologia del monte Vulture (Napoli, 1778), all’altro erudito abate Domenico Tata da Cerzapiccola (1723-1821), che in quel medesimo anno 1778 aveva pubblicato, parimente a Napoli e intorno allo stesso monte, un’altra lettera aperta a sir Guglielmo Hamilton. In codesta lettera al Tata il Minervini, oltre che fare suo e applicare largamente un principio dell’ ora mentovata Geografia poetica vichiana (Opp., IV, capovv. 741 sgg.), e cioè, com’egli scrive, che « i nomi imposti da’ primi abitatori ai luoghi sono la primiera storia naturale, e tavolta contengono la rimembranza de’ civili avvenimenti », promise di dimostrare, in un poi non pubblicato Saggio della religione de ’ pagani e delle loro favole sacerdotali, che quanto nell "Iliade e nell 'Odissea si dice degli eroi non sia se non allusione a eventi naturali e civili di vari luoghi e, anzi, che i poemi attribuiti a Omero, personaggio del tutto ideale, non siano se non una falsificazione manipolata dai sacerdoti dell’antica città italica di Siri. Codeste affermazioni, almeno nel primo momento, suscitarono più beffe che non consensi, e a Napoli informa il Soria « vi fu tra gli altri uno de’ nostri spiriti malèdici, il quale si tolse l’ignobil fatica di ricavarne un informe estratto, che mandò al giornalista di Due Ponti, da cui venne a chius’occhi l’opera con molto d’indecenza trattata ». Per contrario, essa trovò apologisti anzitutto nei redattori di parecchi giornali italiani, elencati dal Scria; indi nel Denina ; appresso nel medesimo Soria, il quale, nell’ osservare che il Minervini non era stato «né il primo né il solo » a « scavar fatti storici e naturali da quanto ci hanno tramandato gli antichi per mezzo di mitologiche figure», non mancò di ricordare, tra altri, «Giovai! Battista Vico » ; infine nel Cuoco, che, nel qualificare « ingegnosissima » la fatica minerviniana, la pose ampiamente a profitto a sostegno della sua tesi relativa all’ italicità di Omero. Galiani, Dialetto napoletano, ed. cit., p. 9 ; Soria, Storici napolitani> 11, 426 e 587-88 ; Denina, Storia politica e letteraria della Grecia (To' rino, 1781-82), 11, 146-51 ; Cuoco, Platone in Italia, ediz. Nicolini cit. più oltre, 11, 115 e 316-18. Cfr. anche G. Rocco, Elogio di G. B. Vico, p. 284 in nota. 5. Merian. Va ricordato anzitutto che, tra una cinquantina, egli presentò all’Accademia delle Scienze di Berlino alla quale