Bibliografia Vichiana I

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CESAROTTI

storia del tempo oscuro e favoloso, bensì quasi soltanto sul fatto che tra gli assertori della poligenesi dei due poemi, ma ponendo più precisamente degli altri la questione dell’esistenza storica di Omero e partendo, a differenza degli altri, da principi filosofici « nuovi, solidi e luminosi », era stato 1’ autore della Scienza nuova, « scrittore originale, se mai ve ne furono, metafisico profondo, critico di sagacissima audacia ». Parole che fanno ben volentieri perdonare a chi le aveva scritte se poi. nell’ accennare a questo o quel punto della storia della cosiddetta questione omerica, egli si appropri di pensieri del Nostro senza ricordarlo. Per esempio, colorito prettamente vicinano ha il giudizio sul Lamotte, il quale scriveva il Cesarotti della poesia è alquanto diversa da quella ordinaria ; aveva molto spirito, ma non conosceva che lo spirito, e non sembra che intendesse bene quanta distanza passi tra una prosa Bennata e la poesia: il vero Omero, co’ suoi difetti aggradevoli, gradirà sempre più che il suo Omero riformato, colla sua fredda ed affettata virtù ». Eppure, malgrado tutto ciò, il Cesarotti, tanto insigne letterato quanto filosofo saltuario e dilettante, come fu incapace di dare al problema della natura della poesia soluzione vichianamente profonda e originale, così, a conti fatti, pure manifestando pel Vico ammirazione molto maggiore che non pel D’Aubignac, pel Perrault e per altri antiomeristi francesi de! Sèi-Settecento, scòrse così poco l’abisso intercedente tra la Discoverta del vero Omero dell’uno e le bravate antiomeriche degli altri, da considerare anche quella, alla stessa guisa di queste, nulla più che un « paradosso ». Parto «di un capo alquanto vesuviano » gli parve queU’attribuire i due poemi a due popoli-autori, senz’ avvedersi che si trattava d’un semplice modo immaginoso per significare che la materia di quelli, lungi dall’essere inventata di getto, s’era svolta storicamente, attraverso secoli, nell’ oriente e nell’ occidente della Grecia. Peggio : senza cogliere neppure la grande e profonda verità ch’è nel fondo della concezione di Omero quale poeta barbarico esagerazione o « simboleggiamento enfatico », com’ è stato detto, del pensiero vichiano, si compiacque di satireggiarla con 1’ osservare che, a volere trarre le conseguenze logiche dalla caratterizzazione di Omero esibita nella Scienza nuova , converrebbe dire che « i selvaggi americani nascono