Bibliografia Vichiana I

CESAROTTI - ZOECA

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poeti sublimi, e che la storia di una loro carneficina seguita da un convito antropofagico, è un poema ammirabile, perché l'antropofagia coi nemici è in costoro una qualità eroica». Il che tuttavia giova insistere su ciò non toglie che proprio attraverso la sua esposizione il terzo libro della Scienza nuova fu primamente conosciuto dallo Zoega, dal Merian, fors’anche dallo Heyne e dal Koeppen, e sicuramente dal Wolf. Del Cuoco v. Scritti vari, 1, 312. Per gli accenni al Vico ele derivazioni da lui che s’incontrano nelle note allo pseudo Ossian v. Cesarotti, Opere, ediz. di Pisa, 1801 e anni seguenti, li, 297, nota 25; 306, n. 4 ; I, 320, n. 3. Del Flora v. Storia della letteratura italiana, II (Verona, 1942), p. 961: cfr. Cesarotti, Opp., voi. I, pp, 1 sgg.—L’apologo su La pioggia d’ oro sta in Opere, XXX, 185-90. Il breve carteggio col Gallati!, in Cesarotti, Epistolario, 111 (Firenze, 1811), pp. 27 sgg. : cfr. F. Nicolini, G. B. Vico e F. Galiani cit., pp. 40 e 66-69. Per la lettera al Cuoco, Cuoco, Scritti vari, 11, 317. Sul sipario padovano, B. Bianchi, I teatri di Padova (Padova, Draghi, 1921), pp. 203-204. Il Ragionamento omerico è ristampato nelle Opere, voi. VI. Pel giudizio sul Lamette, Opere, XL, 49; e cfr. Croce, Estetica, pp. 225-26. Per l’accenno al «convito antropofagico», cfr. Croce, Carattere della filosofia moderna cit. più oltre, p. 190. 7. Zoega. E, per cominciare dal primo, ossia dal danese Giovan Giorgio Zoega (1755-1809), educato in Germania e vissuto a lungo in Italia, nella biografia che scrisse di lui lo Schow è attestato che sin dal 1779 egli nutriva sulla genesi dei poemi omerici opinioni analoghe a quelle manifestate poi dal Wolf e continuatori : a far sorgere le quali (s’ aggiunge qui) potè anche servire di stimolo la lettura dell'articolo della Gazette littéraire de VEurope (v. sopra pp. 385-86). Non escludibile inoltre che nel 1785-86 gli parlasse del Vico il Mùnter (v. sopra p. 320). Certo è che nel 1788 lo Zoega componeva in italiano, col titolo Omero, un breve ma importante saggio, che reca in principio l’indicazione : «Mattina 31 ottobre 1788, dopo la lettura di Cesarotti, tomo 1, parte 1, sezione I», e in fine : « Cfr. Giambattista Vico, Della scienza nuova, Perrault, Aubignac, Mercier, Pope, Wood, Blackwell, Merian » : del quale ultimo, sia detto tra parentesi, egli intendeva riferirsi non alla particolare memoria su Omero, allora non pubblicata ancora, anzi nemmeno letta all’Accademia berlinese, bensì alle altre due, forse anche più vicheggianti, sui rapporti tra la poesìa e le scienze (v. sopra p. 389). Senza dubbio, codesto studio dello Zoega restò per allora ine-