Bibliografia Vichiana I

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MONTI • PERTICAR! - FOSCOLO

Ricordare poi che, nel luglio 1817, Giulio Perticari (17791822), marito della bella e colta Costanza Monti, mentre lavorava ai due libri Degli scrittori del Trecento e dei loro imitatori, pubblicati in quell’anno stesso dal Monti nella Proposta di'alcune correzioni e aggiunte al Vocabolario della Crusca, scriveva al suocero : Mi è di bellissimo aiuto il paragone della scuola sofistica greca e latina con quella de’ cinquecentisti e de’ trecentisti, de’ quali instituiaco una famiglia sola ed eterna, che starà finché sta repubblica di lettere, pensando d’immaginare una dottrina di ricorso degli errori letterari, siccome Vico l’ha immaginato delle vicende civili, onde altri possa fondare una storia perpetua delle arti. Sui rapporti ideali tra il Vico e il Monti vedere, tra altri, C. Cantò, Monti e l’età che fu sua (Milano, Treves, 1879), pp. 106 e 204 ; e, più di recente, la citata Storia della letteratura italiana del Flora, 111, 27 ; nonché il breve studio di Luciano Nicastro, Monti e Vico, nei citati Itinerari critici, pp. 105-108.—Per la lettera del Perticari cfr. V. Monti, Lettere inedite e sparse, ediz. Bertoldi e Mazzatinti (Torino, Roux e Pressati, 1898), 11, 229. 2. U. Foscolo. Oltre che attraverso il Lomonaco, di cui era amico e alla cui qualità di medico militare ricorse nel 1802 per farsi rilasciare un attestato, il Foscolo risentì grandemente l’efficacia del Vico, che finì col prediligere fra tutti i filosofi, soprattutto attraverso il Cuoco, del cui Platone in Italia e dei cui articoli del Giornale italiano (v. sopra p. 414) fu anche lui lettore. Di ciò può valere quale esempio il fatto che, come l’ispirazione al Platone cuochiano è evidente nel Ragguaglio dei pitagorici, così, nel recensire, nel Giornale del 5 giugno 1805, il libro di Antonio Della Porta intitolato Della tumulazione (Como, Ostinelli, 1805), proprio il Cuoco aveva rievocato quella serie di idee vicinane sulle sepolture che 1’ anno appresso il Foscolo versificherà nei Sepolcri. Ma non soltanto in questi, bensì già nel Commento alla « Chioma di Berenice » (1803), poi nella prolusione Dell 1 origine e dell 1 uffizio della letteratura (1809) e in altri scritti di quegli anni si affollano concetti, reminiscenze e citazioni della Scienza nuova. Non è il caso di esibirne un elenco, giacché uno sin troppo minuzioso, e nel quale, oltre le conformità, sono additate altresì certe difformità, venne dato, quasi a sostegno della tesi demolitoria che il Foscolo era « possente scrittore, pensatore misero », dal Tommaseo. Vero è altresì che il Tommaseo medesimo era