Bibliografia Vichiana I

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COLANGELO - INNOMINATO

a! punto da consacrare una vita intera a dimostrare cose a cui,, nell’interno dell’animo suo, non avrebbe prestato fede. Per altri ragguagli, Ulloa, Pensées et souvenirs, I, 150 e 328 : li, 27778 ; Labanca, G. B. Vico e i suoi critici cattolici, pp. 264-65 ; F. Nicolini, Niccolo Nicolini, p. Ixxxiv, nota 1. —S’avverta poi che il Saggio colangeliano viene citato da taluno col titolo di Essai de quelques considéralions sur la « Science nouvelle » e con la data di « Paris, 1821 il che potrebbe anche fare pensare che quella italiana fosse preceduta da un’edizione francese, della quale, per altro, sin qui non è venuto fuori esemplare alcuno. Analogamente, nessun esemplare è venuto fuori d’un secondo saggio contro il Vico, preannunziato dall’autore alla fine del primo, ma che tutto induce a credere non fosse mai scritto. 10. Un innominato.—Non si direbbe che tra i cattolici napoletani l’antivichismo del Colangelo avesse molta fortuna. Per contrario, i più intelligenti, imitando 1’ esempio del Jannelli (v. sopra p. 466), procurarono, sin quanto era possibile, di conciliare la Scienza nuova coi loro principi religiosi, salvo a non tenere conto di quella allorché siffatta conciliazione non fosse possibile ; e i meno intelligenti foggiarono o, per essere più esatti, rifoggiarono il mito, messo già in circolazione dal Buonafede (v. sopra pp. 260-62) e rigogliosamente rifiorito ai giorni nostri, d’un Vico che non avrebbe imbrandito la penna se non per rendere servigio alla Chiesa cattolica e alla filosofia professata da questa. Da nulla ciò appare con tanta chiarezza quanto da un’apologià del Nostro contro le celebrazioni che ne andavano facendo «al sommo i filosofi miscredenti» (il che riconduce agii anni corsi tra il 1820 e il 1830) : apologia che, manoscritta e anonima, si serba tra le carte vichiane già del Viilarosa e ora della Nazionale di Napoli. Dovuta indubbiamente a persona di chiesa, che pare finisse col non pubblicarla (per lo meno, sin qui non è stata trovata a stampa), non la si può commendare al certo per suasività di argomenti, i quali, su per giù, sono quelli ripetuti sino alla sazietà in questi ultimi anni. Dalla Scienza nuova « non mica si traggono filosofie opposte alla sana teologia né alla buona politica » : buona politica, che sarebbe, naturalmente, quella antiliberale e clericaleggiarne attuata a Napoli mentre l’innominato scriveva. Sempre che càpili al Vico di toccare della religione cattolica, « non trascura giammai di dimostrarne l’origine, la verità, la sua santità ed universalità » : « anzi a bella posta va cercando i motivi onde far comprendere le sue idee su tali sistemi ». « Non per arcani teologici professa tali cose, perché poi in altri luoghi sparga il suo