Bibliografia Vichiana I

NIEBUHK

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Di certo, il Savigny riesce tutt’altro che convincente quando trova che nel Niebuhr si riscontrano soltanto « pensieri staccati vicini » a quelli del Vico ; giacché, in verità, oltre che in particolari singoli, le grandi somiglianze tra i due s’avvertono in cose molte più generali e quindi molto più importanti : nella scepsi critica che all’uno e all’altro fece considerare il racconto tradizionale della storia romana dei primi secoli nient'altro che un’accolta di miti e leggende ; nel carattere affatto poetico di codesta storia primitiva ; e via enumerando. Né poi l’avere il Niebuhr conosciuto il pensiero vicinano soltanto dopo avere pubblicato la prima edizione della Geschichte e « attraverso altri » (l’Oreili, lo stesso Savigny, ecc.) lo scagiona dall’avere continuato a serbare il silenzio intorno al suo predecessore anche nelle edizioni posteriori, pubblicate ormai in un tempo in cui da tutta Europa il Nostro era affermato sempre più grande. Ma, d’altra parte, il Savigny, pure esagerando, non ha del tutto torto nel soggiungere che ricevere lume dalla Scienza nuova (e così su quelle di storia romana, come su tutte le altre questioni che vi si trattano) non sarebbe stato possibile se non a chi già avesse raggiunto la verità per altra strada. Ciò nonostante, di diverso avviso fu, in un attacco a fondo contro lo storico danese, il Leclercq, il quale asserì, tra 1’ altro, che, « outre les défauts incontestables de son livre, il a eu le tori de donnei' comme neuves, comme de lui, plusieurs observations brillantes du napolitain Vico ». Né poi Francesco Dùbner, nel difendere il Niebuhr contro il Leclercq, volle entrare nella questione che c’interessa, contentandosi d’osservare che « cette matière demanderait à elle seule deux longs articles». Vero è altresì che, circa il medesimo tempo (1837), il Michelet, nella prefazione alla sua Histoire romaine, dopo avere posto in rilievo che «ce que Niebuhr devait trouver par ses vastes recherches, Vico i’a deviné», soggiungeva che, « si Pythagore se rappela qu’ il avait dans urie vie première combatti! sous les murs de Troie, ces allemande illustres », cioè, oltre il Niebuhr, anche il Wolf, Giorgio Federico Greuzcr (1771-1858) e Giacomo Giuseppe Gorres (1776-1848), « auraient dii peut-étre se souvenir qu’ ils avaient jadis vécu tous en Vico ». E la Cristina Trivulzio di Beigioioso, dal canto suo, o chi per lei, pure dichiarando di non volere sostenere che il Niebuhr non avesse fatto altro che plagiare il Vico, soggiunge che lo storico danese trasse dalle dottrine vicinane « un parti que Vico lui-meme