Bibliografia Vichiana I

510

NIEBUHR

n’avait pas apergu ; il leur a donué une popularité que Tailleur n’avait pas su leur conferir » : il che, d’altra parte, non toglie che «le mérite de T invention appartieni à Vico lui seul ». Al dire di Niccolò Tommaseo, il Niebuhr, « venuto un secolo dopo, in tanta più luce e di lingue e di codici, e di storie e di viaggi e di viventi esperienze », lungi dal rischiarare i punti oscuri lasciati dal Vico, non avrebbe fatto se non accrescere dubbi sull’argomento, rivelandosi, per tal modo, uno di quegli « ingegni di seconda mano », soliti a « prendere un concetto altrui, dilatarlo tanto da farlo scoppiare, e così lasciare a’ primi trovatori il merito della novità, tutt’ insieme, e del senno ». Da che ingiustizia a parte —si dovrebbe desumere che il Tommaseo fosse pienamente sicuro delle derivazioni della Rómische Geschichte dalla Scienza nuova. Ma che non fosse, viene mostrato dalla particolare appendice sul Niebuhr, ove lo scrittore dalmata, dopo avere trattato un tanto uomo in guisa addirittura indegna, pone, sì, in rilievo che lo storico danese « conosceva pure il lavoro del Voss » e « conosceva il Savigny, che non può non avergli parlato del Vico » ; si chiede inoltre come mai fosse possibile « rincontrarsi per caso in tante e tali idee » ; ma soggiunge poi ; « Il miracolo è grande, ma non impossibile. Non so se più importi il discrederlo o crederlo : ma giova Taverlo notato ». Sicurezza assoluta nelle derivazioni anzidetto ebbe a manifestare Atto Vannucci. Secondo lui, non soltanto quella delle coincidenze fortuite « è tesi difficile a sostenersi », perché «le reminiscenze della Scienza nuova s’incontrano ad ogni momento nella Storia romana del dotto tedesco », ma per quest’ultimo «molte delle idee del Vico furono l’occasione, l’impulso e la chiave di nuove invenzioni ». Per non dire altro, quanto ai principi della società romana, ei non cercò i transfugi dello stato di natura nella storia di una città sorta accanto alla splendida civiltà di Etruria ; ma come il Vico sentì degli ordinamenti civili di Romolo, come lui vide la città primitiva partita in due ordini, come lui pose tre le età delle nazioni e le ragioni della storia, come lui spiegò 1’ antichità col medioevo, come lui chiamò le istituzioni e il diritto a dar luce alla storia e a comporla, come lui messe in campo le personificazioni ed i simboli e considerò le tradizioni come tante poesie. Quale precursore del Niebuhr il Nostro è considerato da Alberto Schwegler (1819-57), nel senso che la Geschichte nie-