Bibliografia Vichiana II

542

ALLART DE MÉRITENS - AD. DUMAS - DE VIGNY ■ LERMINIER

Bossuet fut le Galilée : Voltaire et Ballanche avaient leur place panni eux ». Cfr. Tronchon, Romantisme et préromantisme cit., p. 75. 5. 0. Allart de Méritens, Ad. Dumas, A, de Vigny. Quasi al tempo stesso che nei giornali politici, il nome del Vico appare anche in qualche romanzo. Di quelli del Balzac s’ è già discorso (p. 492). Qui s’aggiunge che Ortensia Allart de Méritens (1801-79), nei ricordi dei suoi amori, dei quali intessé il romanzo Les enchantements de Pruderne, pubblicato con lo pseudonimo di M. P. de Saman, riferendosi al 1830 e alla sua relazione con Enrico Bulwer, scrive : « J’avais apportò Vico traduit ( dal Michelet ), qu’il lut dans cette terre de déluge ( Saint - Valéry in Piccardia), où Vico venait si bien ». E poiché siamo a parlare di lei, va altresì ricordato che nelle sue Lettres inédites à Sainte-Beuve (1841-48) si legge : « Quand Vico disait : C’est à la lueur des éclairs que Dieu gouverne le genre humain, il savait bien que Jupiter ne tenait pas la foudre ». Del resto, per tornare al ricordo che si fa del Nostro in romanzi francesi del tempo, anche Adolfo Dumas (1806-61) fu tra coloro che « réveillent Vico et que Vico inspire en retour ». Senza dire che tracce di letture vichiane s’avvertono altresì in Alfredo de Vigny (1797-1863). Del romanzo della Allart de Meritens cfr. la terza edizione, Paris, Lévy, 1873, p. 191. Le sue lettere al Sainte-Beuve furono pubblicate a Parigi, presso il Mercure de France, nel 1908 : v. p. 213. Sul vichismo di Adolfo Dumas v. le serie di articoli dello Hazard citata più oltre ; e sulle reminiscenze vichiane del De Vigny il particolare studio di E. Estève, Vico, Michelet et Vigny mentovato sopra (p. 537). 6. G. Lerminier. Del Gravina e del Vico tratta Giovanni Lerminier (1803-57) nell 5 Introduction generale à V histaire du droit (Bruxelles, Hausman, 1830). Nella grande decadenza del senso storico egli dice avveratasi in tutta Europa per effetto del cartesianesimo, il Vico restaurò la storia nei suoi diritti, la riconciliò con la filosofia, congiunse le idee e i fatti, fece discendere ciò che è da ciò che deve essere. Riconobbe l’autorità del senso comune in opposizione all’astratto filosofare, fondando, perlai modo, l’eclettismo moderno (v. sopra p. 539). Precorse, tra altri studiosi tedeschi, non solo il Wolf e il Niebuhr, ma anche lo Hegel, giacché egli pel primo stabilì « nettement cette identilé de la nature humaine et de 1’ histoire qu’ aujourd’ hui Hegel enseigne à Berlin » (cfr. sopra p. 497). Di certo il Vico estese al mondo intero osservazioni peculiari alla sola