Bibliografia Vichiana II

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TRIVDLZIO DI BELGIOIOSO ■ THIERRY - COMTE

Cassou, fu inserito nella Revue indépendante di Parigi, XV (1844), pp. 67-80. Nel secondo, pubblicato nel Museo di scienza e letteratura di Napoli, nuova serie, anno II (1845), volume V, pp. 167-202, P. Paviano Tito, ■confutato ciò che la Beigioioso, o chi per lei, scriveva del panteismo del Vico, notava anche la confusione che 1’ autrice o 1’ autore faceva tra la filosofia di Zenone di Elea e quella di Duns Scoto. 11 terzo, anonimo (Vico and princess of Beigioioso), vide la luce nella Foreign Quarterly review del gennaio 1845 (voi. XXXIV, pp. 289-408). Cfr. inoltre C. R. Barbera, La principessa di Beigioioso (Milano, Treves, 1902), p. 142 ; Whirehouse, Une princesse révolutionnaire, Christine Trivulzio Beigioioso (Paris, 1907), pp. 108 sgg. 19. A. Thierry. - Che, in tanto fervore vicinano, aun Agostino Thierry (1795-1856) potesse non venire, quanto meno, la curiosità di vedere coi propri occhi che cosa fosse nella tanto lodata Scienza nuova, è inconcepibile. E, d’ altra parte, che nel 1844, nella casa parigina della Beigioioso (v. sopra p. 549) si discorresse del Nostro tra lei, il Michelet e per l’appunto il Thierry, si può desumere dal fatto che il 13 luglio di quell’anno ella invitava per lettera il Michelet a visitare presso di lei quest’ultimo, soggiungendo : « Permettez, Monsieur, de me féliciter de l’occasion qui se présente pour moi de vous connaitre personellement ». Cfr. A. Augustin Thierry, Auguslin Thierry d’après sa correspondance, V. La princesse de Beigioioso, nella Revue des deux mondes, XLII (1922), p. 580. Se poi e sino a quale punto, nel concepire affatto vichianamente il medioevo e il feudalesimo, il Thierry si giovasse della Scienza nuova, è indagine troppo vasta da potere essere affrontata in questa sede. A ogni modo, non dimenticare ciò che d’una tal quale affinità mentale tra i due aveva, sin dai suoi tempi, osservato implicitamente il Manzoni (v. sopra p. 430). Tenere presente un’altra analogia posta in rilievo dal Croce (Filosofia di G. B. Vico ì , p. 171 e cfr. p. 256). E cfr. per ultimo A. Omodeo, La riforma storica di Augustin Thierry, nei Quaderni della « Critica », 1 (marzo 1945), pp. 16-34, specie 23 e 34: « Dopo il Thierry, ci spieghiamo la fortuna ch’ebbe in Francia lo studio del Vico ad opera del Ballanche e del Michelet, e il travaglio intorno ai soggetti collettivi di storia, che si manifestò con la traduzione dello Herder ad opera del Quinet » (v. sopra p. 539). 20. A. Comte. Oltre il già detto sopra (pp. 290 e 291) a proposito del Montesquieu, è da aggiungere qualche altra parola intorno all’ importante lettera parigina del 21 ottobre 1844 indirizzata da Augusto Comte (1798-1857) allo StuartMill e occasionata da un una lettura « en italien » della Scienza nuova, che il positivista francese non conosceva sino allora se non «par d’imparfaits rapports ou des extraits insuffisants ».