Bibliografia Vichiana II

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CAMPOAMOR • BALMES

È probabile che attraverso codesti articoli (i quali, a ogni modo, ebbero nel 1882 una ristampa nella Revista de Madrid) qualcuno dei principi della filosofia vichiana giungesse allV recchio di don Raimondo de Campoaraor (1819-1901). Certo è che quest’ultimo, nel pubblicare nel 1846 Doloras y poemas, consacrava il numero LXXII a La « Ciencia nueva » de Vico, immaginando scherzosamente che, mentre in un villaggio un maestro di scuola spiega ai fanciulli la teoria dei corsi e ricorsi, il sagrestano, che ne ha ascoltato qualcosa, interrompe la lezione per osservare : O vuestro Vico es un tonto, O yo 'ho sé que pensar. No es gran mèrito el surcir La historia de esa manera : Nacer, creer y morir. Eso lo sabe cualquiera. Pese a vuestros pareceres, jY no valdrà rancho mas Deck a todos : Polvo eres Y en polvo te volveràs ? E il poeta conclude : Mucho mas sabia que Vico El sacristan de una aidea. Di Doloras y poemas v. la ristampa di Parigi, Garnier, 1892, pp. 230-33. 2. G. Balmes. Codesta tenue satira d’una delle principali dottrine della Scienza nuova dovrebbe far supporre che anche in terra iberica l’opera vichiana divenisse, lungo quegli anni, argomento per lo meno di qualche discussione. Ma fatto sta che, pel periodo che ci occupa, non si conosce altro studioso spagnuolo, che volgesse la sua attenzione al Nostro, aH’infuori del sacerdote e dotto e acuto tomista Giacomo Balmes (18101848), il quale ne discorse così nella Filosofia fundamental, pubblicata a Barcellona nel 1846, come nella Filosofia dementai, messa fuori l’anno dopo nella medesima città. Della seconda opera è da consultare il capitolo cinquantesimo del secondo libro, consacrato alla storia della filosofia : della prima il paragrafo 184 del capitolo decimoterzo del primo libro, a proposito del principio vichiano che l’intelletto umano non conosce se non ciò che esso medesimo crea, e segnatamente i capitoli XXX-XXXI del medesimo libro.